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AD AVERSA IL FAR-WEST DELLA GIUSTIZIA: LA DENUNCIA DI UN MAGISTRATO


Lo scorso 5 novembre, durante il convegno tenutosi a Santa Maria Capua Vetere nell'aula Magna della Seconda Università (in occasione della «Giornata per la Giustizia») aveva delineato uno scenario desolante – e allo stesso tempo allarmante – sul funzionamento degli uffici giudiziari nella sezione distaccata di Aversa del tribunale sammaritano. Qualche settimana fa, attraverso le colonne di una testata di informazione giuridica («Diritto e Giustizia»), ha riproposto in maniera integrale la sua denuncia di fuoco, di particolare attualità alla vigilia dell'apertura dell'anno giudiziario. A denunciare il caos dell'organizzazione dei servizi degli uffici giudiziari aversani è proprio un magistrato, Giuseppe Magliulo, peraltro coordinatore della stessa sezione distccata. Il giovane magistrato, che ricopre le funzioni di giudice tutelare (è stato pretore mandamentale, giudice civile e del lavoro, giudice penale e gip) traccia un quadro deprimente del funzionamento degli uffici normanni. Ad Aversa, racconta il giudice, il personale amministrativo è assolutamente e cronicamente insufficiente, scarseggiano i fondi per la stenotipia e manca persino la carta per fotocopiatrici e l'inchiostro per le stampanti. Nella cancelleria civile da oltre tre anni manca del tutto una fotocopiatrice funzionante ed un fax; inoltre nell'edificio manca l'ascensore, il parcheggio, l'aria condizionata, i metal detector e qualsivoglia sistema di allarme. Nessuno dei tre giudici civili ha un computer sulla sua scrivania per non parlare della collocazione degli uffici giudiziari all'interno di in un edificio privato costruito per civile abitazione, posto all'interno di un piccolo condominio del tutto privo di aree di sosta: il che comporta una serie di disagi logistici soprattutto per quanto riguarda l'attività penale. Ma c'è dell'altro che, secondo Magliulo, rappresenta il clima in cui operano i magistrati ad Aversa. Ovvero, una richiesta ad horas di una dettagliata relazione da parte del ministro di Giustizia su un esposto presentato da un cittadino al quale un giudice aveva dato torto all'esito di un provvedimento urgente. La cotroparte, al posto di impugnare il provvedimento, ha pensato bene di presentare un esposto e nel descrivere queste cose gravi da punire diceva testualmente: «..il mio avvocato mi aveva assicurato che avrei avuto ragione al massimo entro 20 – 30 giorni dal deposito del ricorso e invece ho avuto torto dopo ben tre mesi…». Ciò che appare maggiormente sconcertante, dice Magliulo, è che il controllo della correttezza dell'attività del Giudice sia stato spostato dalla sede naturale che è il relativo giudizio di impugnazione a quella disciplinare. Il coordinatore della sezione di Aversa si è occuapto anche, su delega del presidente del tribunale, del funzionamento di alcuni uffici del Giudice di Pace esistenti nel circondario. Una veirfica che ha portato Magliulo a denunciare casi di illegalità e «comportamenti diffusi e reiterati negli anni di tale gravità da farmi vergognare di essere anch'io un Giudice e un rappresentante dello Stato e delle Istituzioni». Come giudice tutelare (ad Aversa pendono 700 tutele e curale fra cui un numero impressionante di minori orfani di entrambi i genitori o affetti da gravissime patologie) Magliulo ha infine inoltrato alla Procura della Repubblica centinaia di denunce nei confronti di tutori o genitori che non avevano reimpiegato le somme secondo quanto ordinato, evidentemente appropriandosi illecitamente del denaro mentre in numerosi casi è stato necessario sostituire il tutore anche perché, da accertamenti effettuati, si disinteressava del tutto dell'interdetto o del minore lasciandolo in condizioni di assoluto abbandono.

 
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