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CASERTA, SUN. VENTRE: 'UNIVERSITA' VIVE ANCORA DI LUCE RIFLESSA'


Caserta (di Riccardo Ventre, Eurodeputato) - E’ da tempo che ormai giustamente e da più parti viene sollevato il problema di dare un nome all’Università casertana. Un nuovo nome che ne rispecchi l’ubicazione, ma oltre a ciò è avvertita anche la necessità di dare la sede casertana al rettorato (non potendosi ovviamente considerare tale quel piccolo “buco” dove si fa finta essere la sede del Rettore). Indubbiamente fra i due problemi, il nome da attribuire all’Università colpisce di più l’immaginario collettivo rispetto alla sede da dare al rettorato che sembra riguardare più gli addetti ai lavori. A ben vedere, e senza voler minimamente sottovalutare il problema di come si dovrà chiamare l’Ateneo, sembra che una decisione urgente vada presa proprio sulla sede del rettorato. E questo per tentare di fare un ulteriore passo avanti verso la liberazione della nostra università da una certa sudditanza nei confronti di una parte del baronato accademico napoletano che ancora oggi, a distanza di anni, si percepisce. Negli anni, oltre a quello del nome, fu per primo sollevato il problema di una allocazione dignitosa e decorosa per la sede del rettorato casertano. A mio giudizio è questo il problema principe nel senso che fino a quando il complesso degli uffici tutti che governa la vita dell’Università e la stessa persona del Rettore non saranno costretti a stare anche fisicamente nella nostra città, il sistema universitario casertano vivrà sempre di quella luce riflessa che ne ha caratterizzato fino ad oggi la vita. La questione del nome a mio giudizio è più complessa ma non per questo non va affrontata e risolta. Certamente il nome da attribuire all’Università deve rispecchiare la storia, la cultura, la vita del luogo in cui l’Università stessa si trova. Orbene un primo problema che si pone è che la nostra Università è policentrica, ossia ha le varie facoltà ubicate in importanti città come Caserta, Aversa, Capua, S. Maria Capua Vetere, Marcianise, ciascuna delle quali potrebbe legittimamente rivendicare l’inserimento del proprio nome nella denominazione dell’Università, a nulla rilevando su tale scelta la circostanza che Caserta è capoluogo di provincia, dal momento che le facoltà ubicate nelle altre città non sono sezioni staccate ma sedi con pari dignità giuridica e scientifica rispetto alle facoltà casertane. Non va poi dimenticato che vi è un corso di laurea in medicina della nostra università ubicata nella città di Napoli. In secondo luogo non va pretermessa la circostanza che in questo decennio di vita la nostra giovane università si è andata affermando, con l’attuale nome, nel mondo scientifico nazionale e, molte volte, internazionale. Ed infine va tenuto presente, nella individuazione del nome, che Napoli, e quindi la scuola universitaria napoletana (inteso questo aggettivo in senso lato), è tra le più antiche di Europa e tra le più qualificate. Allora che si scelga un nome certamente che richiami con certezza e senza equivoci Caserta e la Terra di lavoro ma che in ogni modo non recida quel cordone ombelicale che deve portare a fare emergere la unicità culturale e scientifica con quella che fu la capitale del più importante Regno italiano. Questa ricerca ben venga dai casertani con la forma più elevata di partecipazione democratica che è appunto la consultazione popolare. Ma questa ricerca non ci faccia distrarre da quello che è il vero problema., come dicevo innanzi, ossia quello dell’allocazione nella nostra città della sede del rettorato, senza farsi paravento della impossibilità o della difficoltà a metter il rettorato stesso nella reggia. È dovere della classe politica casertana pretendere ciò e preannuncio che alla ripresa delle attività porrò in essere con la mia parte politica ogni azione tesa al raggiungimento di questo obiettivo (9 agosto 2007-19:53)

 
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