Il sindaco di Sparanise Antonio Merola replica alle accuse del vescovo di Teano Tommasiello lanciate nel corso di un convegno contro la centrale termoelettrica nell’ex area Pozzi. “L’inguaribile voglia di far politica da protagonista di battaglie altrui prende il sopravvento nel Vescovo di Teano mons. Tommasiello facendogli purtroppo dimenticare il ruolo di Consacrato. L’inopportuno, impreciso e poco documentato intervento servono a dimostrare quanto dannoso sia il ruolo di un Vescovo politico che parla di protettori, riferendosi forse alle prostitute che a centinaia battono sulle strade di questa sua diocesi, senza che ad oggi nulla di concreto abbia fatto ammantandosi di buoni propositi copiati da uomini di cultura e capacità umane non misurabili. La nostra gente, sarà anche semplice, ma dimentica che non è cretina e sa scegliere la dirigenza politica con acume e con capacità anche quando questa è invisa alla curia. In poche parole questa gente semplice certamente non sceglierebbe lei monsignore nel ruolo di politico tanto è vero che dal 1996 questo comune è amministrato da una giunta che probabilmente non gode della sua simpatia. La contrarietà al lavoro dimostrata, anche in un colloquio privato con testimoni, in cui il Vescovo si disse propenso alla chiusura della Pirelli e della Chimica Fiore lasciano perplessi. Nella nostra programmazione non rientra la volontà di farle amministrare la carità nei confronti dei nostri cittadini e di farle chiudere la Caritas che a suo dire funziona solo per Sparanise e Calvi Risorta. Mai una caduta di stile così becera e poco consona ha delineato i contorni nebbiosi della diocesi Teano - Calvi il cui popolo di Dio aspetta, e conta gli anni che separano oggi dall’allontanamento di monsignore, sperando nell’arrivo di un vescovo vero padre che non maledice, giudica e lancia stupidi e oscuri anatemi, alla Sperandeo che rilanci la vita religiosa e culturale di cui una volta la diocesi era fatta. La crescita di concorrenza e di sette religiose e di fanatismo sono il segno tangibile del fallimento di una missione. Oggi non è accettabile che un Consacrato abbia espressioni e comportamenti che tendono ad inquinare la vita politica ponendosi come protettore di una parte a scapito dell’altra. Solo a correzione dei dati si legga (non vale dire non capisco ne so nulla ma…) la convenzione e si faccia dire, e pure lo dovrebbe sapere dopo tanti anni che quella è una zona industriale dimessa. Ma è inutile la voglia di fare politica supera il dovere di Consacrato. Noi non giudichiamo ma abbiamo l’umiltà di confrontarci con il prossimo senza usare quella terminologia da lei usata che ha offeso un popolo e le nostre famiglie cristiane. La sua arroganza certamente non la metterà nelle condizioni di chiedere scusa, noi intanto la invitiamo di preoccuparsi delle chiese vuote”.