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CASO SINDACO S. MARIA C.V., GIUDICIANNI: 'NON MI SOTTOMETTO'


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) — (di Pietro Falco dal Corriere del Mezzogiorno del 7 luglio 2007) - «Un sindaco non può andare sotto al primo consiglio comunale, pur avendo una maggioranza ampia. Ancora oggi, non mi spiego le reali ragioni di una decisione tanto assurda: che senso aveva forzare la mano in questo modo? Una cosa è certa: se qualcuno immaginava che così facendo avrebbe sottomesso il sottoscritto e l'avvocato Stellato, rendendoli più mansueti, ha commesso un errore madornale di calcolo». Il giorno dopo le sue clamorose dimissioni, giunte come un fulmine a ciel sereno, a meno di trenta giorni dalla trionfale elezione, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Giancarlo Giudicanni, appare sereno. Ma in ogni caso deciso ad andare fino in fondo: «Sia chiaro — spiega — la mia non è una mossa tattica: se le cose restano così, indietro non si torna!». Il tono è pacato, le parole non sono quelle di chi sta lottando per l'egemonia, per il potere. Piuttosto, di chi intende difendere un principio. E con esso la propria dignità: vale a dire, nessuno pensi che sulla poltrona di primo cittadino siede un «uomo di paglia», buono per tutte le stagioni. Giudicianni, infatti, entra anche nel merito, per sottolineare che «il discorso sull'incompatibilità di Giovanni Campochiaro è tutt'altro che fondato secondo i nostri tecnici. E poi — aggiunge — casomai, avrebbe dovuto essere l'opposizione a tirarlo fuori, non certo una parte della maggioranza (la componente Di Muro, ndr). Perché messa così la questione suona piuttosto come un accanimento ingiustificato nei confronti di Campochiaro, che è rimasto fuori dalla Giunta, ha ricevuto un no per la presidenza della Stu, ed ora si vorrebbe escluderlo dal Consiglio comunale, dopo che si è conquistata l'elezione». Chi pensava che Giudicianni sarebbe stato un docile esecutore degli ordini del ras Di Muro è servito. Ma il sindaco tende a smussare: «Assolutamente nulla di personale nei riguardi di Biagio, gliel'ho ripetuto più volte. Anzi nei giorni scorsi gli avevo chiesto espressamente di rappresentarmi, con la fascia tricolore, alla processione della Madonna del Carmine. Il problema è di principio, oltre che di metodo». E sui princìpi c'è ancora chi non fa sconti. Ora - a norma di legge - il primo cittadino ha venti giorni di tempo per riconsiderare le dimissioni. Intanto, per un po' stacca la spina: è in partenza per una breve vacanza. Al ritorno verificherà se le condizioni sono mutate.

Chirico a Giudicianni: potevi pensarci prima se non ti garabava Di Muro

«La questione dell'incompatibilità di Giovanni Campochiaro non esiste». Parola di Giuseppe Stellato avvocato e consigliere regionale della Margherita, oltre che principale mentore politico del sindaco di Santa Maria Capua Vetere Giudicianni. «Conosco bene l'argomento — spiega Stellato — perché in passato mi è capitato di affrontarlo diverse dal punto di vista professionale. E nel caso di specie, mi pare evidente che manchi quello che rappresenta il presupposto normativo del principio di incompatibilità, vale a dire la "doppia rappresentanza". Perché, a quanto mi risulta, Campochiaro è solo un dipendente della società Geoeco, controllata dal consorzio intercomunale di smaltimento rifiuti Ce 2 (a sua volta partecipato dal Comune sammaritano, ndr) e non un amministratore». E la stessa avversaria di Giudicianni al ballottaggio, Maria Luisa Chirico pare avere qualche dubbio sulla vicenda: «In realtà — dice — se si fosse arrivati alla discussione, noi non avremmo posto ufficialmente la questione: ci saremmo limitati a chiedere a tutti i consiglieri una sorta di autocertificazione dell'assenza di motivi di incompatibilità ed ineleggibilità». Per il resto la Chirico si dichiara «esterrefatta »: «Sapevamo delle contraddizioni esistenti nella maggioranza — dice — ma non pensavamo emergessero così presto ». Infine un passaggio su Giudicanni: «Mi fa piacere che Giancarlo si sia affrancato da Di Muro, ma poteva pensarci prima, evitando di spaccare il centrosinistra. Ora la città è allo sbando». Chiusura, invece, su possibili cambiamenti nella maggioranza: «Mi sembra prematuro parlarne, ma non li ritengo possibili».

 
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