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*GLOBALIZZAZIONE E QUESTIONE DI RISPETTO: INTERVISTA A FABIO CALABRESE*


Giovanna Canzano

intervista

FABIO CALABRESE

Una questione di rispetto


CANZANO – Il mondo di oggi, con la globalizzazione, ci impone anche senza volerlo, di entrare in contato con le altre realtà che spesso non si condividono, e che possono portare a degli equivoci nei rispettivi rapporti?

CALABRESE - Quando si deve condividere un ambiente ristretto gomito a gomito, si fa meglio ad andare d'accordo, a rispettarsi reciprocamente; se poi questo ambiente ristretto è una precaria trincea attaccata dai nemici da tutte le parti, e nemici che sopravanzano i difensori in maniera massiccia, allora la reciproca ostilità equivale al suicidio.
Tutto questo non richiede una particolare profondità intellettuale, una perspicacia ideologica, è semplice, elementare buon senso che più non si potrebbe. A chi è impegnato a lottare assieme a noi contro gli stessi nemici, non chiediamo neppure di amarci, ben sapendo che al cuore non si comanda, ma almeno di rispettarci, di astenersi da aggressioni immotivate. E' una richiesta eccessiva?

CANZANO – Come vedi invece il rapporto fra politica e religione?

CALABRESE - Il rapporto fra politica e religione è forse la questione più complessa ed intricata che esista, ed inutile nasconderselo, anche la nostra piccola "Area" è a questo riguardo notevolmente variegata, con la presenza di cattolici, agnostici, atei, pagani (arioromani ama dire Antonino Amato, ma ci sono anche quelli celtici), persino islamici (a proposito, un caro saluto a Claudio Mutti), insomma, di tutto, di più; ed in fondo è logico che sia così, perché, oltre ad una precisa scelta politica controcorrente, l'altro e conseguente nostro comune denominatore è quello di essere persone che hanno fatto le loro scelte umane ed esistenziali fregandosene altamente di quali siano le opinioni comuni più diffuse e pecorescamente accettate.

CANZANO – Come agiscono i tradizionalisti cattolici in questo contesto?

CALABRESE - In questo contesto, merita sentirli i tradizionalisti cattolici: parlano ed agiscono come se non fossero un frammento di un frammento ma la totalità, come se fossimo ancora ai tempi del Concilio di Trento od almeno del Congresso di Vienna, come se non fossero una conventicola scheletrica, ma i generali di una possente armata, così può capitare che passino il segno in maniera intollerabile, anche se forse più per dabbenaggine che per reale malizia.

CANZANO – Chi rappresenta oggi in Italia il tradizionalismo cattolico?

CALABRESE - Oggi in Italia, probabilmente, la figura più interessante del tradizionalismo cattolico è quella di Maurizio Blondet, "giornalista investigativo" se mai ve ne sono, scrittore, polemista, autore di "Auto-attentato in USA", un clamoroso libro inchiesta sull'11 settembre 2001; brillante, formidabile a scoprire gli altarini della cultura laicista, antifascista e marxista che oggi domina in Italia e nell'Occidente servilmente accodato al potere americano. La sua pars destruens è non solo perfettamente condivisibile, ma eccezionale; quanto alla pars construens, lasciamo perdere!

CANZANO – Le affermazioni di Blondet sul ruolo storico degli ebrei lei le condivide?

CALABRESE - L'antigiudaismo è uno dei tasti sui quali i cattolici tradizionalisti battono più spesso, ma, diciamolo subito, esso non ha nulla a che fare con l'antisemitismo di matrice razzista, non mira certo allo sterminio del popolo ebraico, ma semmai alla conversione, fa parte di quello che dovrebbe essere il normale antagonismo fra le religioni, ciascuna delle quali ritiene di essere la sola depositaria della verità. Diciamola tutta: l'ecumenismo è un sintomo di senescenza e di decadenza delle religioni. Provatevi a parlare di ecumenismo nel mondo islamico, dato che l'islam è oggi l'unica religione ancora giovane e nulla affatto in decadenza; non solo non sarete accettati, ma nemmeno compresi.
Fin qui nulla di sorprendente, ma nel corso dell'intervista Blondet ha avuto un'uscita di quelle che lasciano di sasso:
"Quasi tutti i maestri del sospetto sono ebrei. tranne uno, e di rilievo: Nietzsche, il vero padre del radicalismo contemporaneo, l'ispiratore del laicismo alla Pannella".
Quello che non è possibile fare a meno di domandarsi, è come è possibile che un uomo così intelligente abbia detto una cosa tanto stupida!
Davvero il nichilismo aristocratico del grande Nietzsche può essere confuso con l'edonismo, con l'epicureismo di bassa lega propugnato da un Pannella e soci?

CANZANO – Mi sembra che entrambi criticano il cristianesimo ed il suo sistema di valori…

CALABRESE - Certo, entrambi criticano il cristianesimo ed il suo sistema di valori, ma il primo lo fa nell'ottica della restaurazione di una morale aristocratica contro la preferenza accordata dalla religione del Discorso della Montagna a tutto ciò che è debole, mal riuscito, plebeo, decadente; della trasmutazione di tutti i valori, il secondo in quella dell'abbandono di qualsiasi valore in nome di un crowleyano "fa' ciò che vuoi" in più privo di qualsiasi spessore metafisico.
"Noi pochi o noi molti di fede pagana sappiamo oggi cos'è una fede pagana: raffigurarsi essere superiori simili all'uomo ma al di là del bene e del male. Noi pochi o noi molti di fede pagana crediamo all'Olimpo e non al crocefisso".
Riuscite ad immaginarvi queste parole in bocca ad un Pannella, un Capezzone, una Bonino senza scompisciarvi dal ridere?
Se noi, per converso, andassimo ad esaminare la posizione dei tradizionalisti cattolici, scopriremmo fin troppo facilmente che essa si ritiene "forte" soprattutto perché chiusa, fortemente autoreferenziale, ma che in realtà è estremamente debole, inconsistente.

CANZANO – Spiegati meglio…

CALABRESE - Non è quanto meno contraddittorio fare contemporaneamente una così fervida professione di cristianesimo e di antigiudaismo? A che popolo apparteneva Gesù? A che popolo appartenevano gli apostoli e gli evangelisti, ed ovviamente gli estensori dei libri dell'Antico Testamento? Il cristianesimo è nato come eresia nell'ambito dell'ebraismo, e tale è sostanzialmente rimasto; non lo dico io, lo dice la Chiesa cattolica per bocca delle sue massime autorità: papa Pio XI che ha affermato che "Col cristianesimo siamo diventati tutti spiritualmente semiti" (cioè lo è diventato chi crede nella dottrina del Discorso della Montagna), e papa Giovanni Paolo II che ha ribadito che gli ebrei sono "I fratelli maggiori" del cristianesimo.
Come non è possibile essere più realisti del re, così non è possibile essere più papisti del papa, ed è ben visibile che i tradizionalisti cattolici sono rimasti attaccati ad un'interpretazione del cristianesimo che la Chiesa cattolica ha rigettato a partire dal Concilio Vaticano II ed alla fedeltà ad un'autorità che li rinnega.

CANZANO – Può fare qualche esempio?

CALABRESE - Lo scrittore Michael Ende ha scritto nel romanzo fantastico "La storia infinita" quella che possiamo considerare una sciocchezza storica, una sciocchezza che stranamente i tradizionalisti cattolici amano citare spesso: "E' più facile dominare chi non crede a nulla", laddove invece è evidente che i più facili ad essere dominati sono coloro che credono a tutto, che non esercitano nessun filtro critico nei confronti di tutto ciò che sentono dire, che si adagiano nell'opinione corrente, ma bisogna dire che quest'affermazione apparentemente assurda acquisisce un significato alla luce di una serie di sottintesi che raramente vengono esplicitati.

CANZANO – Come si è organizzata l’Europa?

CALABRESE - Cercando di essere sintetici, fino ad un dato momento storico coincidente con il trapasso alla "modernità" (esentatemi adesso da una definizione) l'Europa sarebbe stata unita ed organizzata intorno ad un blocco di idee condivise il cui perno era la religione cristiana, poi, poco per volta, questa compattezza avrebbe iniziato a venire meno attraverso la diffusione calcolata di varie forme di scetticismo e di sovversione: liberalismo, marxismo, agnosticismo religioso, scienza moderna, il cui scopo ultimo occulto sarebbe la creazione di un dominio mondiale di segno opposto a quello tradizionale, per cui ogni forma di scetticismo, ed al limite di esercizio delle facoltà critiche, equivarrebbe ad una resa al nemico.

CANZANO – Cosa può dire a questo riguardo?

CALABRESE - Per prima cosa, "la rivoluzione", ammesso che se ne possa realmente parlare come un fenomeno d'insieme, non è un blocco unico ed omogeneo; pensiamo al fatto che una delle conseguenze "sovversive" della decadenza dell'ordine europeo statuito al Congresso di Vienna è stata la formazione, la rinascita dell'Italia come stato nazionale. Dovremmo tornare alla frammentazione, alla debolezza, all'insignificanza degli stati pre-unitari? "My country in right or wrong": la mia patria nel bene e nel male. Questo è un punto assolutamente non negoziabile.

CANZANO – Come vede allora il progresso?

CALABRESE - Il progresso della tecnologia è inevitabilmente, inestricabilmente connesso a quello della scienza, e la tecnologia è benessere ma soprattutto potenza. E' possibile rinunciarci? L'esperimento è stato fatto ... dai Khmer rossi in Cambogia con il risultato che la loro utopia sanguinosa che in tre anni costò la vita ad un terzo della popolazione cambogiana, crollò alla prima spallata inferta loro dai Vietnamiti che certo non erano né una grande potenza né all'avanguardia in fatto di tecnologia militare. Davvero desideriamo essere alla mercé di chiunque?

CANZANO – Cosa rende inaccettabile lo schema cattolico tradizionalista?

CALABRESE - La ragione di fondo che a mio parere rende in definitiva inaccettabile lo schema cattolico tradizionalista è un'altra, e paradossalmente se ne trova un'ottima esplicazione proprio in un testo di Blondet: il fatto è che quella che negli ultimi secoli si è presentata come tradizione è in origine, e continua a rimanere per la sua origine, sovversione, anzi la radice prima della sovversione moderna: il cristianesimo, rispetto al quale la "trasmutazione di tutti i valori" proposta da Nietzsche appare non solo nulla di riconducibile ai vari pannellismi, ma assolutamente necessaria ed imprescindibile; un auspicabile risanamento dell'Europa, una riscoperta delle sue vere radici, non può che andare contro il cristianesimo.

CANZANO – Cosa dice Blondet?

CALABRESE - La cosa paradossale è che, come dicevo, tutto ciò si trova splendidamente spiegato proprio in un testo di Blondet, ossia in un'intervista con Massimo Cacciari, il filosofo sindaco di Venezia che Blondet ha incluso nel suo libro "Gli adelphi della dissoluzione":
"Il Cristianesimo è stato dirompente rispetto ad ogni ethos" (...). Il Cristianesimo non ha più radici in costumi tradizionali, in una polis specifica, in un ethos; non ha più nemmeno una lingua sacra (...). Il Cristianesimo si rivela essenzialmente sovversivo dell'Antichità e dei suoi valori; che esso spezza definitivamente i legami fra gli Dei e la società. L'ethos antico era una religione civile (...). Il Cristianesimo, consumando la rottura con gli dei della Città, sradica l'uomo (…). Uno stato doloroso: il Cristianesimo getta l'uomo nella libertà come un naufrago è gettato in [un] mare in tempesta".
"Tutta la cultura cristiana", ci dice ancora Cacciari, "è un correre ai ripari contro la tragedia che ha provocato, una tensione disperata a riparare il pericolo che viene dalla frattura tra la Città di Dio e la città dell'Uomo".
Ma correre ai ripari non significa necessariamente riuscire a porre rimedio al disastro che si è combinato; infatti subito dopo aggiunge:
"La secolarizzazione totale che viviamo [è] figlia della sovversione originaria operata dal Cristianesimo".
Occorre dire altro? Non credo proprio, anche perché non è il caso di rivoltare il coltello nella piaga: queste persone spesso hanno duramente pagato o stanno duramente pagando in termini di ostracismo professionale o di boicottaggio culturale e/o in tutti i sensi la loro testarda ed ammirevole opposizione all'american-sionismo internazionale, al padrone che comanda anche in casa nostra e tiene il tallone ferreo sul nostro collo. Accanto al nome di Maurizio Blondet si possono facilmente mettere quelli di Franco Damiani e di Edoardo Longo, ma sicuramente ce ne sono molti altri.

CANZANO – Invece cosa pensa dei dogmi cosiddetti ‘political correctness’?

CALABRESE – I dogmi di quella dottrina bugiarda che oggi passa sotto il nome di political correctness impongono un rispetto ferreo di taluni gruppi e di talune idee religiose; ad esempio, se proprio non avete la vocazione al suicidio, non criticate mai l'ebraismo; quanto all'islam, potete anzi dovete parlare male dei "terroristi", termine che si può, anzi si deve usare estensivamente fino ad includervi qualsiasi oppositore dello strapotere mondiale americano, ma non scordatevi mai di dire che esiste anche un islam moderato, magari limitato al solo Magdi Allam, ma che comunque esiste.
Del cristianesimo, invece, specie se cattolico, non sarà per nulla illecito dirne male, anzi così vi guadagnerete la vostra brava patente di laicità.

CANZANO – Ci può ricordare alcune questioni?

CALABRESE - Ad esempio, la gazzarra indegna sollevata contro Mel Gibson, il nostro Braveheart con l'uscita sugli schermi del film "The Passion", fu addirittura accusato di antisemitismo per aver raccontato la passione di Cristo. Il fatto è che quella pellicola giungeva in un momento in cui i neocon americani stavano cercando di far passare una "lettura" esclusivamente veterotestamentaria del loro sedicente cristianesimo che è piuttosto un neo-giudaismo, di ricordare al pubblico americano che forse giudaismo e cristianesimo non sono esattamente la stessa cosa.
Allo stesso modo, che ci riconosciamo o meno nella religione del Discorso della Montagna, non può lasciarci indifferenti l'enorme battage mediatico che è stato creato attorno al mediocre romanzo ed all'ancor più mediocre pellicola "Il codice Da Vinci" che è un ben mirato siluro contro il cattolicesimo in nome di forme di sedicente cristianesimo maggiormente americane, perché l'americanizzazione della cultura europea, in ogni suo aspetto, è un male in sé.
Recentemente mi sono trovato coinvolto sul mio posto di lavoro (mi verrebbe da dire la mia postazione, il mio settore di trincea) a scuola, nel dibattito sui crocefissi nelle aule scolastiche.
Ho risposto che a mio parere lo stato italiano, per rispetto dei suoi cittadini che non sono cattolici credenti - me compreso - avrebbe dovuto toglierli da un pezzo, ma che se si devono togliere adesso per dare agli immigrati il segnale che oramai non siamo più padroni in casa nostra, e che comandano loro, allora è meglio lasciarli dove sono.
Come si vede, alla fine ci ritroviamo spalla a spalla nella stessa trincea, e pressati come siamo da tanti nemici esterni, non possiamo permetterci il lusso di farci la guerra, occorre rispetto, pur senza negare le differenze che esistono, ma il rispetto non ha senso, non può esistere se non è reciproco.


BIBLIOGRAFIA DI FABIO CALABRESE

Ha pubblicato diverse cose sia cartacee sia su internet nei rami della politica, della fantascienza, del celtismo; su google digitando "Fabio Calabrese" si trovano vari riferimenti. Ha pubblicato il libro: "Occhi d'argento" che è un'antologia di fantascienza edito dalla Perseo Libri, è coautore assieme ad altri quattro amici del "Dizionario dell'universo di Tolkien" della Bompiani, ed a giugno dovrebbe essere pubblicato da Psiche e Aurora di Roma il romanzo fantasy, "La spada del Dunnland". Fra le cose che si possono trovare in internet, c'è la versione on line di "leggende manualistiche", un suo articolo di filosofia comparso sul Bollettino della Società Filosofica Italiana. E' collaboratore fisso del periodico "Ciaoeuropa" di Antonino Amato. BIOGRAFIA - Nato a Trieste dove tuttora vive, nel novembre 1952, è laureato in filosofia ed è un insegnate del liceo scientifico. E' coniugato ed ha due figlie. Da ragazzo ha militato in quella che allora era la "Giovane Italia". Nel 1971 ha fatto parte della delegazione triestina al congresso di fondazione del Fronte della Gioventù a Montesilvano di Pescara. E'uscito dal MSI molto prima della sua trasformazione in AN, per contrasti ideologici e motivi personali. Per molto tempo si è tenuto fuori dalla politica attiva, ed è tornato ad occuparsene - come opinionista freelance in totale libertà - solo in questi ultimi anni, per reazione all'evidente sfascio dell' "Area", per non lasciar morire un'idea. Nel frattempo, ha fatto altre cose; è diventato un autore di fantascienza piuttosto apprezzato, e si è occupato anche molto di cultura celtica, pubblicando parecchi scritti sui siti che si occupano di cestismo, non perché si considera più celta che italiano, ma per aiutare soprattutto i più giovani a ritrovare le tracce della spiritualità originaria dell'Europa.



giovanna.canzano@email.it
338.3275925

 
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