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*SI DISTINGUONO NELL'EMERGENZA RIFIUTI: MA LA LEGGE GLI E' CONTRO*


Campania (di Toni Mira) - Se sei bravo invece degli applausi ti mettono i bastoni tra le ruote. Accade nella Campania della continua emergenza rifiuti. Anche qui non tutto è negativo, inefficienza, protesta e illegalità. Ci sono i comuni virtuosi: ben 98 che superano il 35% di raccolta differenziata, il livello previsto dalle attuali normative sui rifiuti. Sono i comuni più "ricicloni", i più bravi nella raccolta differenziata, così bravi non solo da raggiungere livelli da nordeuropa, addirittura più del 90%, ma anche capaci di far risparmiare i cittadini, rimpinguare le casse comunali, e far lavorare giovani e disabili destinati altrimenti alla disoccupazione e all'emarginazione. Qui le strade sono pulite, niente cumuli di rifiuti, niente incendi. La gente è soddisfatta e gli amministratori locali non guidano le proteste contro qualche discarica. Pensano solo a governare. E lo fanno bene. Insomma, roba da applausi a scena aperta. Invece no. Delle incredibili norme sia nazionali che regionali li obbligano a mandare all'aria quanto di buono è stato fatto e ancora si sta facendo, a mandare a casa i giovani ed efficienti lavoratori. Queste norme infatti impongono ai comuni di affidare la raccolta differenziata ai consorzi. L'ultimo è il decreto legge n.61 dell'11 maggio scorso, quello su cui il governo ha posto la fiducia. Consorzi che però in questi anni si sono dimostrati completamente inefficienti, veri carrozzoni, vuoti di idee e di capacità organizzata, molti commissariati e con alcuni responsabili sotto inchiesta. Ma pieni di personale assunto in maniera clientelare e che in questi anni non ha fatto praticamente nulla. Insomma, i classici buchi neri burocratici. L'esatto contrario di quello che i comuni ricicloni sono riusciti a fare. I risultati parlano da soli, così come risulta nella classifica stilata annualmente da Legambiente sui dati ufficiali dei singoli comuni. A Rofrano, paesino salernitano nel cuore del Parco nazionale del Cilento i duemila abitanti fanno raccolta differenziata al 96%. Il più riciclone d'Italia. A svolgere il lavoro una cooperativa sociale, dodici giovani tra i quali quattro disabili. E sempre nel salernitano, più a nord, ecco Bellizzi che recupera "solo" il 73%, ma che di abitanti ne ha più di 12mila e che proprio per la categoria 10mila-20mila abitanti è il miglior paese del Sud e tra i più bravi d'Italia: rifiuti ridotti da 5mila tonellate a meno di 3mila e 500, occupazione cresciuta del 50%. Mentre per i comuni sopra i 20mila abitanti il più bravo è Mercato Sanseverino, anche questo in provincia di Salerno, che supera il 54% ed è diventato un tale simbolo di efficienza da essere visitato da amministratori di altri comuni: bonus fiscale per le famiglie più brave e sacchetti personalizzati col codice a barre. Ora tutto questo potrebbe finire. E gli amministratori locali insorgono. «È una beffa - accusa Giuseppe Viteriale, sindaco di Rofrano -. Mi hanno assicurato che i lavoratori della cooperativa verranno riassorbiti, ma per ora non vedo nulla di concreto. E quindi io comunque ho appena rinnovato il contratto alla cooperativa per altri due anni». E anzi ha allargato la raccolta porta a porta agli oli vegetali esausti e agli inerti. Ancora più duro è Mimmo Volpe, vicesindaco di Bellizzi "inventore" del sistema quando era primo cittadino. «È ridicolo. Questa norma non tiene conto dei comuni virtuosi. Si torna indietro imponendoci di tenere in piedi i carrozzoni dei consorzi, un'esperienza fallimentare». E anche lui mette le mani avanti. «Noi la gara l'abbiamo fatta nel 2003 per altri otto anni e quindi non cambieremo fino al 2011». Lui, uomo di sinistra, definisce «incompetente il gruppo dirigente regionale e nazionale, che non conosce il suo stesso territorio», ma anche «gli altri sindaci che sono i primi responsabili di quello che sta succedendo in Campania, dove si premiano quelli che continuano a delinquere». E non i virtuosi ed efficienti ricicloni. (da Avvenire di venerdi 29 giugno 2007)

 
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