Arresti e perquisizioni in corso tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, nell'ambito dell'inchiesta sul crac della Finmek. La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare, e sta effettuando una quindicina di perquisizioni tra Venezia, Padova, Udine, Milano e Roma. Tra gli indagati c'è anche Roberto Tronchetti Provera, fratello di Marco. E Carlo Fulchir, indicato, nelle inidscrezioni trapelate dagli inquirenti, come consigliere economico del ministro Pierluigi Bersani, nel primo governo D'Alema: circostanza smentita, però, dall'ufficio stampa dello stesso Bersani.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip Cristina Cavaggion, su richiesta del pm Paola De Franceschi. Le accuse sono, a vario titolo, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, aggiotaggio e malversazione ai danni dello Stato.
Il crac Finmek, su cui si indaga ormai da un paio di anni, provocò un buco di circa un milardo di euro. E quasi seimila dipendenti rimasero senza lavoro. Le società coinvolte sono dislocate tra Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Abruzzo, Lombardia, Sardegna e Campania. Tra le più note Telit, ex Olivetti, Italtel, Magneti Marelli, Ixtant e Ixfin.
L'operazione di oggi è la conclusione di due anni di indagini svolte tra otto stati esteri, che hanno coinvolto 100 società, vagliato 11 mila istanze di creditori, controllato 700 conti correnti bancari e 18 mila ore di intercettazioni telefoniche. Lo scorso aprile, i finanzieri avevano sequestrato beni per 15 milioni di euro.
La Finmek, azienda di ingegneria elettronica delle telecomunicazioni con sede a Padova, era stata dichiarata insolvente il 12 maggio 2004 e ha potuto beneficiare del decreto del ministro Antonio Marzano. Il gruppo, presieduto all'epoca da Roberto Tronchetti Provera (per questo indagato), fratello del presidente della Pirelli, avrebbe acquistato e ceduto aziende, disperdendo capitali che hanno portato la società al fallimento.
Manovre societarie che, nell'ipotesi dell'accusa, avrebbero fatto diventare carta straccia i bond emessi dalla Finmek nel 2001 per un valore di quasi 150 milioni di euro. Nell'inchiesta furono indagate 14 persone, e tra queste appunto Fulchir.
I finanzieri hanno potuto accertare che il Gruppo Finmek aveva nel tempo fatto una serie di acquisizioni societarie, finalizzate allo sviluppo di grossi progetti imprenditoriali, usufruendo anche di consistenti contributi pubblici, senza provvedere al ripianamento delle situazioni di crisi esistenti.
Inoltre sarebbe stata creata una ragnatela di società, tra l'Italia e l'estero, con l'obiettivo di svuotare le risorse, e quindi portando di fatto all'inevitabile fallimento del gruppo. La Finmek aveva usufruito, e usufruisce tuttora, dei benefici finalizzati al salvataggio delle grandi aziende in crisi, già applicati alla Parmalat. (La Repubblica.it 7 giugno 2007-11:58)
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