Avrebbero imposto anche con la violenza, a prezzi esorbitanti, servizi di 'buttafuori' ai gestori di alcuni locali notturni e discobar del Valdarno fiorentino e aretino. Per questo motivo, su disposizione del gip di Firenze Maria Cannizzaro, dieci persone sono finite in carcere con l' accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all' estorsione. Nell'indagine, con l'accusa di concussione, è coinvolto anche un maresciallo dei carabinieri al quale il gip ha concesso gli arresti domiciliari. Secondo quanto emerso dalle indagini, iniziate nel gennaio del 2006 e coordinate dal sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Firenze Tommaso Coletta, la presunta organizzazione criminale era articolata in un vertice decisionale, composto da sei membri di un' unica famiglia originaria della provincia di Caserta ma da tempo stabilitasi nel Valdarno, e da una base di buttafuori. Alcuni degli arrestati, inoltre, sempre secondo l'accusa, oltre a usare violenza e minacce per imporre il proprio servizio di vigilanza e sicurezza, spadroneggiavano nei locali notturni, costringendo i gestori ad assumere loro amici e a offrire cene e consumazioni gratuite. (6 giugno 2007-21:15)