Un estenuante consiglio regionale quello dello scorso lunedì conclusosi alle prime luci dell’alba di ieri, martedì 22 dicembre. Una maratona che ha condotto i componenti della Cdl al conseguimento di un importante risultato dai risvolti economici ed occupazionali di rilievo: l’approvazione della legge sulla «Tutela della bufala mediterranea italiana in Campania». Una legge approvata con soli 31 voti grazie all’apporto dei componenti della Cdl che, ancora una volta, ha messo in chiara evidenza i problemi gestionali del centrosinistra nel condurre i lavori del consesso oltre che le palesi difficoltà a legiferare. Il testo della proposta di legge, che è stato più volte sollecitato dai rappresentanti regionali di Coldiretti, Cia, Confagricoltura ed Arac, impone la realizzazione di piani provinciali d’intervento di intesa con le organizzazioni e le associazioni di filiera per il risanamento del patrimonio bufalino dalla brucellosi. «Si tratta di una legge molto importante – commentano gli esponenti casertani Paolo Romano e Domenico Porfidia – in quanto mira alla salvaguardia di un patrimonio immenso, tipico della nostra terra, ovvero la bufala. Una legge che già lo scorso luglio era meritevole di approvazione ma che la maggioranza di centrosinistra decise, in maniera discutibile, di rimandarne la discussione in autunno. Nel corso del consiglio regionale che ha avuto inizio lo scorso lunedì, alle ore 4 circa del martedì mattina successivo, grazie ai rappresentanti della Cdl, il testo di legge ha avuto approvazione». La legge prevede forme di tutela della bufala dalla brucellosi. «Si, ed è necessario. Così come è necessario che vengano introdotti metodi che coadiuvino i sistemi di profilassi ordinari, elevando le resistenze organiche dei singoli soggetti alle malattie infettive. La Filiera Bufalina rappresenta in Campania un bene prezioso non solo per il valore delle produzioni ma anche e soprattutto per le attività economiche che ne costituiscono l’indotto e che contribuiscono in maniera rilevante al contenimento della disoccupazione».