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CONSULENZE, CORSI E RICERCHE INUTILI: LA SPAZZATURA CONQUISTA LA CAMPANIA


Napoli (di Andrea Scaglia) - Tredici anni. Tredici anni che la spazzatura ha definitivamente conquistato Napoli. Così è dall'11 febbraio 1994, giorno in cui fu dichiarato lo stato d'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella Regione Campania. Motivo: le discariche presenti sul territorio avevano da tempo esaurito la capacità di smaltimento. Inizialmente, la previsione era che gli interventi necessari si sarebbero dovuti avviare entro il 30 aprile dello stesso anno. Illusi: come detto, di anni ne sono passati tredici, si sono succeduti cinque commissari straordinari direttamente investiti dai diversi governi (con relativi vice e subcommissari). Ma la situazione, se possibile, è addirittura peggiorata. E nel frattempo veniva prosciugato un mare di denaro pubblico: complessivamente, tra risorse statali e regionali, si è arrivati all'enorme cifra di 1,5 miliardi (miliardi!) di euro. Sconcertante. Com'è potuto succedere? In questo senso, è illuminante leggere la relazione sui risultati del commissariamento che la Corte dei Conti ha diffuso lo scorso aprile, basandosi anche sulle conclusioni della Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti. E fra numeri di delibere, statistiche e dati, emerge una vergognosa storia di sprechi e sciatteria, consulenze pagate a peso d'oro e appalti fantasma, trasferte al Grand Hotel e assunzioni inutili. Vicenda che la magistratura contabile già riassume nelle premesse, sottolineando «la lacunosità della disciplina delle risorse umane, l'incoerenza dei tempi fissati con gli obiettivi, l'approssimativa individuazione delle risorse finanziarie». Stigmatizzando «la mancanza di un sistema di monitoraggio dello svolgimento della gestione». Criticando «il rapporto fra le ingenti risorse assegnate, quelle utilizzate e le voci di spesa relative al funzionamento dell'organizzazione». Infuriandosi per «l'ampliamento delle unità di personale utilizzato e delle consulenze, le variazioni in aumento dei relativi compensi, nonché delle risorse messe a disposizione della gestione». Il tutto a fronte «dell'incongruenza dei risultati ottenuti». Come dire: questi hanno buttato al vento i soldi dei contribuenti, e non hanno risolto niente. Inciso: proprio per la disastrosa gestione di vicende legate allo smaltimento dei rifiuti in Campania, è stato messo sotto inchiesta l'ex presidente della Regione Antonio Bassolino, quello del "rinascimento napoletano", che commissario straordinario è stato dal 2000 al 2004. GRAND HOTEL «Il personale del Commissariato, recatosi in missione a Rimini, ha pernottato al Grand Hotel, appartenente alla categoria cinque stelle extra lusso. Dalla relativa ricevuta si evince che hanno alloggiato due persone. Per la gita di servizio a Rimini non risulta agli atti della struttura alcuna certificazione relativa alla partecipazione al corso di che trattasi». [Relazione effettuata dall'Ispettorato generale di finanza del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato fra il maggio 2004 e il marzo 2005]. CONTROLLI Che poi viene da chiedersi: ma cos'è, i campani producono più spazzatura del resto degli italiani? Macché, al contrario: dal rapporto dell'Agenzia Protezione Ambiente, risulta che la media italiana di produzione di immondizia è di circa 539 kg all'anno per abitante, mentre in Campania il dato scende a 485 kg a testa. No, il problema sono le discariche insufficienti e la necessità di organizzare la raccolta come si deve. E allora via con le consulenze, gli studi di fattibilità, gli appalti assegnati con procedura straordinaria, la costituzione di consorzi a cui delegare i compiti. La Corte dei Conti ne ripercorre le tracce, sottolineando la poca trasparenza delle procedure di assegnazione e l'abuso del ricorso alla trattativa privata: «L'emergenza ha finito spesso col travolgere quella necessaria vigilanza che, soprattutto in presenza di cospicue erogazioni di denaro pubblico, va portata nel prevenire ogni rischio di infiltrazione criminale; è stato, talora, registrato un preoccupante abbassamento del livello di trasparenza dei procedimenti di scelta dei contraenti privati». Soffermandosi poi sulle innumerevoli inadempienze delle stesse imprese concessionarie, inadempienze a cui il Commissariato ha opposto un'«incomprensibile inerzia»: «Lo stesso Commissariato ha intrapreso azioni risarcitorie nei confronti delle imprese ex concessionarie - per un totale, ad oggi, di oltre 458 milioni di euro - solo a partire dal 2005, nonostante le inadempienze delle stesse si protraessero da anni». Tornando alle consulenze, che dal '97 al 2005 sono costate alle casse pubbliche la bellezza di 9 milioni e mezzo di euro, sempre la Corte dei Conti riscontra «la totale assenza di pubblicità, concorrenza e trasparenza nella attribuzione di incarichi esterni, tutti avvenuti intuitu personae . Peraltro, non può che suscitare notevoli perplessità il fatto che tra i consulenti siano stati designati il direttore dell'Arpa Campania, dirigenti pubblici ed alcuni avvocati dello Stato». E la Commissione d'inchiesta parlamentare rincara la dose: «Va stigmatizzato il fatto che numerosi incarichi di consulenza non consentono di individuare specificamente l'oggetto della prestazione, limitandosi a statuire che il Commissariato ha inteso "avvalersi della collaborazione"». RIMBORSI NON DOVUTI «Il Commissariato ha proceduto al rimborso delle spese sostenute dal Subcommissario per raggiungere la sede di servizio (Napoli), senza tener conto che il compenso allo stesso corrisposto era onnicomprensi- vo, sicché non erano rimborsabili dette spese. In dettaglio, sono stati rimborsati biglietti aerei per un ammontare complessivo di 35 mila euro, e anche spese per pasti consumati a Napoli e provincia, spesso relativi a due coperti, per oltre 7.000 euro, ed infine sono state rinvenute ricevute per pernottamenti in albergo in cui il numero degli ospiti è stato, varie volte, di 2, altre volte addirittura di 4». [Relazione dell'Ispettorato generale di finanza] ASSUNTI E INOPEROSI Intanto la spazzatura cresceva. E i soldi stanziati per risolvere il problema in loco veni vano utilizzati per far emigrare il pattume. Soldi? Debiti, più che altro: «Ampio ricorso si è fatto al trasporto fuori Regione dei rifiuti, con costi elevatissimi, sottraendo risorse all'attuazione del Piano. Il Commissario afferma che, solo per il trasporto ferroviario dei rifiuti, la società Ecolog vanta un credito pari a quasi 80 milioni di euro». E via così. Prendiamo il problema della raccolta differenziata, che non è solo una fisima da ultrà ambientalisti, ma è necessaria per avviare un ciclo di smaltimento dei rifiuti più funzionale. In sintesi: la raccolta differenziata in Campania, e soprattutto a Napoli, è a livelli da Terzo mondo. E gli addetti dei consorzi, incaricati e foraggiati dal Commissariato, di fatto non lavorano. Proprio così: timbrano il cartellino, stanno a far niente tutto il giorno e, a fine mese, ritirano lo stipendio. Su questo punto, la Corte dei Conti appare addirittura basita: «Sui lavoratori che dovrebbero coadiuvare la raccolta differenziata, il Commissario afferma sorprendentemente, già nel luglio del 2004: "Se di questi 2.316 lavorano in 200, è un miracolo. Gli altri non fanno niente e me lo contestano". E ancora, il Commissario sottolinea: "Ho continuato a pagarli, perché l'alternativa era quella di provocare un disastro sociale"». La Corte chiosa amaramente: «In buona sostanza, il Commissario delegato ha avallato una situazione paradossale, dove al cittadino è stata chiesta una maggiorazione della tariffa, per lo sviluppo della raccolta differenziata, che è invece stata utilizzata, per così dire, a fini assistenziali, con un costo di circa 65 milioni di euro all'anno». COOPERATIVE AD HOC In ordine alle assunzioni: «... provengono quasi esclusivamente da liste e cooperative anche appositamente costituite per entrare in questo calderone. A noi è arrivata insistentemente voce che, per esempio, in alcune realtà, per entrare in queste cooperative o nelle liste, all'epoca si è pagato fino a 8 milioni: non abbiamo alcuna prova di tutto ciò, ma centinaia di persone ne hanno parlato abbondantemente». [Audizione del rappresentante della Cgil Campania davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti] COSTI BUROCRATICI Un discorso a parte merita infine il costo dell'elefantiaca struttura burocratica cresciuta come il muschio intorno all'emergenza rifiuti. C'è una tabella, nella relazione della Corte dei Conti, che illustra le spese di «funzionamento della struttura » dal 1997 al 2005. Beh, tra compensi a Commissari e Subcommissari e dirigenti vari, affitti delle sedi ("sedi", al plurale, perché fino al gennaio 2004 il Commissariato ne aveva tre!), stipendi a gente che non lavora (vedi gli addetti alla raccolta differenziata), consulenze, rimborsi, viaggi eccetera eccetera, in nove anni sono stati spesi oltre 282 milioni di euro. CINQUE COMMISSARI In particolare, la Commissione d'inchiesta parlamentare fa notare l'esponenziale crescita negli anni dei soldi corrisposti specificamente alla dirigenza del Commissariato. Premessa: nei primi due anni dell'emergenza, tra il '94 e il '96, sono stati i prefetti a gestire la situazione. Poi si è pensato di nominare Commissario straordinario il presidente della Regione Campania. Quindi, dal 2004 al 2006, il ruolo è stato rivestito da un Commissario di governo (Corrado Catenacci). Infine, la responsabilità è passata al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, attualmente in carica. La Commissione d'inchiesta ha dunque analizzato i costi della dirigenza del Commissariato, comprendente i comparti rifiuti, acque e bonifiche, dal '98 al 2003. Ecco le cifre: nel '98 - commissario Antonio Rastrelli - le spese ammontavano a 16.638 euro. L'anno dopo - commissario Andrea Losco - salivano a 106.000. Nel 2000 - quando al ruolo di commissario si avvicendarono Losco e Antonio Bassolino - si sale ancora: 250mila euro. Poi comincia l'era di "re Antonio". E le spese impennano: 698mila euro nel 2001, 1 milione e 130mila nel 2002, 1 milione e 140mila nel 2003! SPESE TELEFONICHE «Si deve segnalare che è rilevante la spesa per telefonate verso i cellulari e inoltre non sono poche le telefonate internazionali e quelle verso i numeri speciali. Nel periodo 1999- 2003 l'onere a carico della struttura commissariale per l'utilizzo della utenza telefonica fissa e mobile, escluse le ricariche, è stato pari a euro 724.680,25, comprensivi degli interessi di mora posti a carico del Commissariato per il ritardato pagamento di talune fatture ». [Relazione dell'Ispettorato generale di finanza] Per concludere con le parole della Corte dei Conti: «Il ciclo dei rifiuti è, dopo tredici anni di emergenza, ancora aperto. Si è venuta così a creare una situazione endemica di emergenza, che non trova riscontro in alcuna altra realtà locale d'Europa e che non è degna di un Paese civile». I napoletani sentitamente ringraziano.

I NUMERI DELLA VICENDA 7.200 TONNELLATE Le tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno in tutto il territorio campano. 2.200 TONNELLATE La capienza in tonnellate del sito di Villaricca, l'unico attualmente attivo in provincia di Napoli. 900 TONNELLATE I rifiuti presenti nei cassonetti di Napoli. 4 NUOVE DISCARICHE Individuate dal governo a Savignano Irpino (Avellino), a poche centinaia di metri dal centro abitato; a Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento), in località "Nocecchia"; a Terzigno (Napoli), a 5 km dal centro abitato; a Serre (Salerno), finché il presidente della Provincia non troverà un nuovo sito idoneo alla bisogna. (da Libero di Giovedi 17 Maggio 2007)

 
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