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*IMPRESE: INTERVSITA A VALERIA ZULLO, PER 32 MIGLIA SU UNA TAVOLA DA WINDSURF*


Giovanna Canzano

intervista

VALERIA ZULLO

14 Maggio 2007

VALERIA ZULLO E LA SUA TAVOLA DA WINDSURF

La prima donna italiana nei 32 miglia nell’attraversata “One Woman Show”. La campionessa di windsurf Valeria Zullo si cimenterà nell’impegnativa traversata “One Woman Show”. L’atleta romana, medaglia di bronzo agli ultimi campionati italiani RS:X, affronterà con la sua tavola da windsurf il tragitto di 32 miglia dall’isola di Ustica fino al golfo di Mondello. L’atleta effettuerà la sua regata nella ventiduesima edizione del World festival on the Beach che si svolgerà dal 16 al 20 maggio. A coordinare i vari settori sarà l’organizzazione dell’Albaria, affiancata dal Comune di Palermo e potenziata sin dal 2001 dalla Regione Sicilia. Protagonista della rassegna sarà la località di Mondello, con il golfo ed il suo lungomare, fra spiaggia e scogliera, col mare dai colori tropicali.
A Valeria, romana, con origini paterne beneventane, che fanno di lei un’atleta del mediterraneo a tutti gli effetti, abbiamo chiesto prima della gara, di parlarci un po’ di lei.



CANZANO – Come è nata in te la passione per il mare?

ZULLO – Ho iniziato la mia avventura con il mare partecipando alle gare di windsurf nel 1984-85 al Circeo dove si svolgeva il campionato del mondo classe windsurfer. La prima regata alla quale ho partecipando vincendola, era tra Terracina e S. Felice al Circeo. Spronata da questa vittoria iniziale, ho successivamente partecipato alle regate a livello agonistico, entrando nella squadra nazionale nell’85. Ho partecipato a tanti campionati vincendo cinque titoli del mondo con la classe windsurfer, l’ultimo nel 2001, e undici campionati italiani. Ho studiato legge all’Università la Sapienza di Roma laureandomi in Giurisprudenza. Cioè ho alternato allo sport che pratico con passione ed amore, allo studio che mi permetterà di avere anche un posto nella società e nel lavoro.

CANZANO – Penso di immaginare il tema della tua tesi di laurea…

ZULLO – Naturalmente anche nello studio non mi sono allontanata molto da quella che è la mia passione per lo sport, e la tesi non poteva che in qualche modo parlare anche di me ma da un punto di vita diciamo legale. Infatti discutendo la tesi in Medicina Legale, tesi tra l’altro sperimentale, l’argomento non poteva che riguardare il doping e tutti i risvolti che questo argomento tanto ha dato da fare ai nostri legislatori per regolarne la normativa. Come esempio di analisi di doping, ho utilizzato tutte le mie analisi che mi sono state fatte durante le gare che sono quattro.

CANZANO – Associ la tua attività di sportiva con un lavoro quotidiano?

ZULLO – Come lavoro faccio l’assistente parlamentare per Forza Italia. Lavoro anche in piscina come istruttrice per non allontanarmi dall’acqua e che mi serve come allenamento quotidiano.

CANZANO – Infatti sei la mia insegnante di acquagym al Roman Sport Center (via del Galoppatoio 39, Roma), e, devo dire che sei proprio brava se riesci a tenermi in acqua e a farmi fare tutti gli esercizi senza un attimo di riposo… ma, come è nata l’idea della tua regata?

ZULLO - Facendo le regate, ho deciso di fare qualcosa di nuovo. Come donna sono la prima ad avere avuto sia l’idea di questa regata in solitudine che e a volerla realizzare. Siccome mai nessuna donna aveva fatto queste impresa posso dire che ho iniziato qualcosa di nuovo per lo sport. Gareggio per un circolo siciliano che si chiama Albaria.
L’attraversata l’ho studiata andando in Sicilia ad allenarmi. Durante gli allenamenti, mi sono resa conto che questa long distant, attraversata a lunga distanza era realizzabile, così ho deciso di partire da Ustica fino a Mondello. Per non ripetere sempre le solite regate che ormai faccio da anni, ho deciso di fare questa regata in solitario, quindi avrò solo una barca appoggio che non posso toccare e che c’è solamente per i casi di emergenza, per esempio se mi potrei sentire male.

CANZANO – Solo per le emergenze sanitarie…

ZULLO – Dalla barca non posso bere non posso fare nulla.

CANZANO – La distanza?

ZULLO – Sono trentadue miglia, se calcoliamo che ogni miglio è un chilometro e ottocento è abbastanza duro. Mi sto allenando moltissimo a Fregene facendo appunto Fregene - S. Marinella.
La gara si svolgerà dal 14 al 20 maggio il primo giorno di vento

CANZANO – Tu che sei una sportiva e hai fatto anche una tesi di laurea sul doping, come vedi la nostra legislatura su questo problema? È abbastanza severa o lascia gli sportivi abbastanza manovra?

ZULLO – Ho una visione del doping molto rigida nel senso che io odio chiunque faccia uso di queste sostanze. Un atleta che vince dopandosi non ha nessun rilievo né da un punto di vista morale né agonistico. Personalmente non mi sono mai dopata e, le mie analisi che ho portato come esempio per la mia tesi di laurea né è una prova.
Come sportiva posso dire che non amo il ciclismo perché come tutti ben sappiamo, i ciclisti fanno uso di doping. Chiunque naturalmente è libero di rovinarsi, e poi, secondo me se un atleta è vincente, è vincente anche senza doping.

CANZANO – Infatti, non è più la persona che in quel momento sta gareggiando ma è la quantità di ‘prodotto’ che ha nel corpo a farne un atleta vincente anzichè un perdente…

ZULLO – Non solo, ma alternano anche il sistema non solo fisico ma anche mentale…

CANZANO – Infatti, dopo la fine dell’attività sportiva, all’atleta rimane un sistema ‘psichico’ non tanto normale, e, molto spesso non riesce a fare a meno di continuare ad usare ‘sostanze’ anche di altra specie per sopravvivere… ci chiediamo se una medaglia valga poi tanto da lasciarci la mente, non dimenticando Pantani.

ZULLO – Si, porta degli scompensi anche nella vita futura come è appunto stato il caso di Pantani.
Dopandomi, avrei sicuramente potuto fare molto di più per le selezioni olimpiche che ho perso per pochissimo, soprattutto quelle di Atlanta, ma, mi piace gareggiare dando tutta me stessa diciamo ‘al naturale’.
Voglio ancora aggiungere, che dedico questa traversata ad una persona per me molto speciale, a Francesco.


Giovanna Canzano
giovanna.canzano@email.it
338.3275925

 
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