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CASO ABANDONO SINDACO CASERTA: MESSINA, MESSINSCENA DI PETTERUTI


Caserta (Comunicato di Giuseppe Messina, ex vice-sindaco di Caserta) - Il sindaco di Caserta, a proposito della messinscena delle dimissioni si legge sulla stampa, si è sfogato con Lello Menditto. Ma chi è costui? Ai più non dirà niente se non di un vecchio signore molto distinto e abile che parla di un futuro che non vedrà mai. A quelli più attenti sulle cose della politica locale Menditto è invece, il vero leader politico della coalizione che governa la città. Ma è lo stesso Menditto, capo indiscusso della Democrazia Cristiana degli anni 80-90 ecc. ecc.? La risposta è si. E a parer nostro, le cosiddette dimissioni portano l'imprimatur di quel cervello politico e del suo violino di spalla avv. Iaselli, l'altro "uomo nuovo" della politica casertana di centro-sinistra. Ci saremmo aspettati, invece, che in una situazione di oggettiva crisi di una classe dominante che ha "una scarsa responsabilità dei propri comportamenti" per dirla alla De Giovanni, Petteruti avesse sentito il bisogno di riunire gli elettori che lo hanno sostenuto, le associazioni e la società civile che insieme si sono battuti per affermare il rinnovamento, la trasparenza, la partecipazione, la competenza, l'onestà amministrativa e la legalità in questa città. E invece no. Si è fatto confortare da Menditto che nulla a che vedere con il nuovo, con il futuro di questa città e con un programma elettorale prima e amministrativo poi che voleva attuare come priorità la "realizzazione del Parco dei Monti Tifatini; l'acquisizione dell'area ex Macrico e sua destinazione a parco urbano; la chiusura delle attività di cava e dei cementifici mediante una strategia di recupero naturalistico delle aree dimesse" (dal programma di Petteruti pag. 4). Nulla di tutto ciò in oltre un anno è avvenuto e i segnali di una svolta in senso opposto alle aspettative e al programma per il quale, legittimamente, Petteruti sta nel Palazzo Castropignano, sono ormai chiari ed espliciti. La vicenda dell'ex sindaco Brancaccio evidenzia in tutta la sua forza come il vero potere di un'amministrazione locale stia nella possibilità di destinare il territorio in un verso o in un altro (sviluppo o progresso, speculazione e aggressione o vivibilità e qualità territoriale) e l'atteggiamento di Petteruti e della sua coalizione dimostrano sulla vicenda Macrico, Parco Urbano e cave, oltre ogni residuo dubbio quale parte prevale. Le priorità stabilite non saranno rispettate poiché è in atto un'altra strategia, un altro programma e da questa gente ci possiamo aspettare di tutto. La vicenda Lo Uttaro ne è una prova. Ma occorre fare un'altra osservazione. L'ing. Petteruti nel suo programma elettorale prima e amministrativo poi parla di "confrontarsi progressivamente con la città" e aggiunge che "una classe dirigente seria e credibile deve misurarsi con le risorse e i mezzi disponibili e fare delle scelte" (pag. 1 del programma). Appare poco serio e credibile che a distanza di oltre un anno stiano ancora lì a fare i conti e a non sapere ancora come stiano effettivamente le cose e qual è il grado di disastro finanziario lasciato da Falco e &. Quello morale lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. In verità ci saremmo aspettati che già un candidato a governare una città sapesse come stessero le cose e avesse una sufficiente conoscenza dei problemi su cui calibrare un'azione amministrativa e un programma di governo locale. Ricordo bene che quando suggerì al candidato Petteruti di avere il coraggio di dichiarare il dissesto finanziario, azzerare tutto e ricominciare daccapo se avesse vinto, la risata che si fece. Oggi a fronte di un pretenzioso programma amministrativo, l'unica cosa che sanno dire e che i conti sono un disastro, che bisogna stringere la cinghia, che occorre continuare con gli impegni pregressi, ecc. Tutto ciò non è né credibile, né serio e la città deve prendere atto che si è sbagliato, che il vecchio avanza e che occorre fermarli azzerare questa classe di politicanti, avviare un confronto senza veli e veline e andare a nuove elezioni. Costi quel che costi.
Giuseppe Messina (10 maggio 2007-08:15)

 
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