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OMICIDIO ALBERTO BENEDUCE A BAIA DOMIZIA: DUE NUOVE ORDINANZE


Altre due ordinanze di custodia cautelare in carcere, nell'ambito dell'inchiesta sull'uccisione di Alberto Beneduce e Armando Miraglia, ammazzati in un agguato nell'agosto del 1990, sono state notificate in carcere, dopo la loro estradizione dalla Spagna, a Mario Esposito, ritenuto il capo dell'omonimo clan, anche conosciuto come clan dei 'muzzone', operante tra Sessa Aurunca e Baia Domizia, e Francesco Zuccheroso, esponente di vertice della stessa organizzazione. I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Napoli, Giovanna Ceppaluni, su richiesta dei pubblici ministeri della Dda, Raffaele Cantone e Arlomede, sono stati notificativi ai due da personale del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli. Per il duplice omicidio furono emessi il 28 ottobre del 2005 provvedimenti restrittivi anche nei confronti dei vertici del clan 'La Torre', l'altra organizzazione criminale operante nella zona di Mondragone. Destinatari delle ordinanze sono stati anche Augusto e Tiberio La Torre e Angelo Gagliardi, ma furono eseguite soltanto nei confronti di quest'ultimo, perché per tutti gli altri, detenuti per altri reati all'estero , si era in attesa di estradizione. L'uccisione di Alberto Beneduce, ritenuto capo dell'omonimo clan ,operante a Baia Domizia, e del suo guardaspalle, Armando Miraglia, secondo le risultanze delle indagini rientrò nell'ambito della lotta tra organizzazioni in lotta per il predominio dei traffici illeciti, in particolare della droga, tra Mondragone ed il basso Lazio. I due furono attirati in un tranello, uccisi con colpi di pistola ed i loro cadaveri dati alle fiamme all'interno del bagagliaio di una vettura, trovata nella zona di Piedimonte di Sessa Aurunca. Alberto Beneduce, napoletano trapiantato a Baia Domizia, secondo quanto dichiarato anche da collaboratori di giustizia , fu ucciso perché, grazie anche all'amicizia di Michele Zagaria, elemento di vertice del clan dei ' casalesi', attualmente inserito tra i dieci latitanti più pericolosi in Italia, aveva esteso la propria attività e invaso le zone di influenza dei ' La Torre' e dei 'muzzone'. (21 aprile 2007-08:45)

 
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