CASERTA — «Pur comprendendo, ma non giustificando affatto, che le sofferte dinamiche congressuali che stanno interessando in questi giorni il nostro partito, possano portare qualche compagno ad intraprendere iniziative al limite della correttezza, davvero si resta sbigottiti quando si mettono in giro notizie a dir poco fasulle » . Così il segretario della sezione Ds di Orta di Atella Franco Grassia in una nota inviata a tutti i giornali, tesa a smentire che i fratelli Sergio e Michele Orsi — imprenditori attivi nel settore dei rifiuti, arrestati martedì scorso nell'ambito di un'inchiesta della Dda che riguarda tra l'altro la camorra e i rifiuti — risultassero iscritti nella sezione della cittadina atellana. « Nessuna, sottolineo nessuna, delle persone coinvolte nell'inchiesta suddetta o loro familiari, risultano iscritte nell'anno 2006 ai Ds di Orta; né tanto me no risulta che qualcuna delle stesse abbia preso parte ai lavori del recente congresso cittadino o che risulti tra i delegati di questa sezione » , scrive ancora Grassia. Il quale non a caso fa riferimento al solo anno 2006. Non avrebbe potuto infatti smentire l'iscrizione al partito nell'anno precedente, che risulta con chiarezza dall'anagrafe della federazione di Caserta: Michele al numero progressivo 5021, Sergio al 5022. Dallo stesso elenco, nel quale risultano diversi altri familiari dei fratelli Orsi, si apprende che la loro iscrizione sarebbe stata rinnovata anche per il 2006. Anche se poi cassata dalla segreteria regionale, ma solo perché la platea congressuale era stata fatta lievitare oltre ogni logica. Pertanto, nessuna « mistificazione della realtà » , nessuna « manovra destabilizzante ed infamante » , come evoca Grassia. Solo fatti. (Pietro Falco - dal Corriere del Mezzogiorno del 5 aprile 2007)