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OPERA DA 100 MILA EURO DI MARIO SCHIFANO CADE DA FURGONE E 'VOLA' SU A1

La tela 'volata' sull'A1, in tenimento Caianello-Caserta, dopo l'apertura del portellone del furgone di un gallerista


La pop art ispira un rimedio estemporaneo: la appenderanno "come un panno bagnato", filo e mollette, su un ballatoio di Castel dell'Ovo, a Napoli. La tela di Mario Schifano, 'Grande Televisore', volata in autostrada, durante il trasporto da Reggio Emilia a Napoli, ha una decina di buchi in pieno schermo e così sarà esposta domani, comunque, per l'inaugurazione della mostra "Primavera Napoli-vetrine in fiore". Costernato, il gallerista Stanislao De Bonis, proprietario dell'opera, spiega la dinamica dell'incidente: "Non mi fido delle ditte di trasporto, l'ho imballata personalmente e guidavo io". L'incidente è accaduto ieri in serata: il portellone di un furgone Fiat si spalanca, lungo la A1, nella zona di Caianello (Caserta), e 'il Televisore' vola, finendo calpestato, sotto le ruote delle auto in coda. Un colpo al cuore per De Bonis, alla guida del mezzo che trasportava una decina di tele, da Reggio Emilia, dove il giovane appassionato d'arte risiede, a Napoli, dove domani l'opera sarà comunque il "pezzo di punta". Unica consolazione, il fatto che la tela fosse assicurata: "L'ho pagata 100 mila euro a un collezionista privato, è un pezzo particolare, difficile da reperire. Si tratterà adesso di capire cosa sia accaduto al furgone". L'opera di Schifano si trovava in fondo al carico, aggiunge, "ultima di una decina di opere d'arte, firmate Rotella, Festa, Angeli". Un anatema, forse, anche. "Qualche anno fa, una ditta di trasporti mi aveva danneggiato un disegno di Guttuso - spiega ancora De Bonis - da allora ho l'abitudine di noleggiare e guidare personalmente il furgone, quando i miei quadri vanno in giro per l'Italia". L'incidente ha coinvolto un paio di automobili, per fortuna però nessuno si è fatto male. A rimetterci, non poco, quel bianco accecante utilizzato dal pittore per lo schermo di uno dei suoi celebri dipinti dedicati al televisore: oggetto di riflessione in un gruppo di tele, che prendevano di mira la cultura di massa. "Il telaio è andato distrutto, e abbiamo dovuto smontarlo - conclude De Bonis - ma abbiamo cercato di interpretare la situazione, come avrebbe fatto lui, improvvisando. Abbiamo appeso la tela a un filo, come un panno bagnato. Ora si trova in un ballatoio al primo piano, fra la prima e la seconda sala: come sporgesse da un balcone napoletano". (4 aprile 2007-19:45)

 
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