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MARCIANISE, TERRENO IN FITTO A BOSS: LA CEI APRE FASCICOLO SU DIOCESI


CASERTA - Un terreno agricolo affittato a un boss della camorra e una transazione immobiliare di circa 40 milioni di euro. Per questa doppia vicenda, scoppiata all’inizio dell’anno a seguito del sequestro di una scuderia a Marcianise, posta sotto sigilli dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, la diocesi di Caserta sarebbe finita da alcune settimane «sotto osservazione». Come aveva anche confermato all’agenzia «Velino» il sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Domenico Mogavero, la Cei avrebbe acquisito materiale sulle due situazioni, essendo i due terreni in oggetto di proprietà della diocesi e quindi ricadenti sotto la giurisdizione della Chiesa italiana. Fino a due mesi fa, invece, all’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa), guidata dal cardinale Attilio Nicora, non sarebbe giunta nessuna segnalazione poiché la struttura interviene solo sui beni del Vaticano. Ad affittare il terreno a 13 euro al mese a Pasquale Belforte – esponente del clan Mazzacane, con precedenti penali per tentato omicidio e detenzione illegale d’armi ed in passato dirigente del Marcianise Calcio – era stato l’Istituto per il Sostentamento del Clero diocesano (Isc), che è preposto tra le altre cose a gestire i beni immobili della Chiesa locale. La notizia era emersa proprio in seguito al sequestro dell’area, per abusivismo edilizio dell’affittuario. Il direttore dell’Isc, don Antonio Aragosa, aveva dichiarato di non conoscere l’appartenenza alle cosche di Belforte e, se da Roma il direttore dell’Isc nazionale aveva raccomandato «la massima attenzione alle persone con cui si intrattengono rapporti economici», toccherà ora alla Cei dire l’ultima parola sulla bontà dell’operazione. La seconda vicenda riguarda invece una transazione da 40 milioni di euro per la vendita dell’area ex Macrico – grande polmone verde ubicato a ridosso del corso principale di Caserta – ad alcuni costruttori locali. Anche questa operazione fa capo all’Istituto per il sostentamento del clero, ma sembra sia contrastata dal vescovo Raffaele Nogaro. Sicuramente è contrastata dai dodicimila cittadini che – minacciando lo «sciopero» dall’otto per mille alla Chiesa cattolica - hanno sottoscritto una petizione perché l’area sia resa non-edificabile, comprata non da costruttori ma dall’amministrazione pubblica e destinata a diventare un parco. Al momento non sembrano esserci elementi di allarme per quanto riguarda i futuri compratori, in ogni caso la Cei deve occuparsi di questa transazione a motivo dell’importo molto elevato (l’Isc può compiere transazioni in autonomia solo se entro i 250 mila euro) e per lo stesso motivo deve arrivare anche il benestare del vescovo. Intanto, le scorse settimane – come aveva anche annunciato l’agenzia religiosa Adista - centinaia di casertani avevano inviato a Cesare Testa, direttore generale dell'Istituto centrale per il Sostentamento del Clero e a don Antonio Aragosa, presidente dell'Isc di Caserta, una lettera in cui chiedevano di poter prendere in affitto 100 metri quadrati di terra, all'interno del Macrico, «da utilizzare per attività agricole». Nella lettera - tra ironia e ventilate allusioni sul mancato versamento dell’otto per mille – si chiede di «prendere in fitto secondo il massimo canone previsto 100 mq da utilizzare per attività agricole all’interno dell’Area ex.Macrico». I riferimenti non sono casuali. (dal Corriere del Mezzogiorno di Martedi 3 Aprile 2007)

 
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