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CASERTA, CONGRESSO DS: UN FANTASMA BURLONE PROVOCA RISSE DA MERCATO


CASERTA (di Vito Faenza - dal Corriere del Mezzogiorno di Domenica 1° Aprile 2007) - C'è un fantasma al Ciapi di Caserta che fa cose strane: straccia l'elenco dei delegati al congresso dei Ds, dà calci e schiaffi ai delegati, strattona le hostess, aggredisce i giornalisti, chiama i carabinieri. Deve esserci un fantasma perché dopo una baraonda senza pari, dopo l'intervento delle forze dell'ordine ( carabinieri, digos, poliziotti di scorta a qualche esponente della Quercia) nessuno, se non a mezza voce e in maniera del tutto ufficiosa, ha ammesso che fosse accaduto qualcosa. A far scatenare la tensione, la decisione di rinviare il congresso, poi di farlo svolgere, quindi di allargare la platea congressuale per rispettare quanto stabilito dal regolamento, vale a dire la presenza di una determinata percentuale di donne delegate. Il tutto è avvenuto tra venerdì e ieri mattina. Fatti i conti, invece dei 450 i delegati sono cresciuti fino a toccare oltre quota 600. Un esito che non è andato giù a quella fazione che non solo avrebbe voluto vincere il congresso in nome della mozione Fassino, ma anche sostituire l'attuale segretario Ubaldo Greco con un altro. Lo scontro fra fassiniani è andato avanti per tutta la mattina. Alle 10,30 al Ciapi di San Nicola la Strada i rappresentanti delle mozioni di minoranza, Mussi e Angius, hanno annunciato una conferenza stampa per comunicare il rinvio del congresso al 3 e al 4 aprile. Invece, mezz'ora dopo, tutto è proseguito normalmente: sono cominciati i rituali con la consegna degli accrediti ai delegati e alle delegate registrate in un elenco. Sul tavolo, con un drappo rosso accanto all'ingresso, le due hotess ingaggiate per l'occasione e per il disbri go degli accessi. Naturalmente l'inizio delle operazioni ha scatenato le proteste di chi invece aveva creduto nel rinvio. Così a mezzogiorno inoltrato è stata decisa la convocazione ad horas della commissione di garanzia per il congresso. Tra una discussione e l'altra, tra un battibecco e l'altro, si è arrivati alle 13. Commissione riunita, delegati fassiniani che fanno capo al consigliere regionale Angelo Brancaccio sempre più nervosi. Discussioni a non finire davanti alle due allibite hotess e poi la decisione: Brancaccio ha afferrato l'elenco dei delegati e lo ha portato via ( un'altra versione sostiene invece che l'elenco sia stato stracciato). Spintoni, parapiglia, insulti al limite della rissa e Pietro Ciardiello, capogruppo in consiglio provinciale, ha impugnato il telefonino e chiamato i carabinieri. Al centro del cortile, confusione e insulti. In sessant'anni di congressi del Pci, del Pds e dei Ds cose del genere non s'erano mai viste, neanche al momento della scissione o dello strappo da Mosca. Alle 14,30 è arrivato il segretario regionale della Quercia Enzo Amendola. Ha cercato di calmare gli animi, ma ormai di politico è scomparso tutto, i fratelli serpenti della corrente fassiniana non hanno voluto sentir ragione. Amendola ha raggiunto la tribuna e i contestatori hanno abbandonato la sala. La sospensione è stata decisa fino alle 17, ma si è arrivati alle 18,15. Quando il microfono è finito nelle mani di Ubaldo Greco e un delegato dalla sala ha gridato: « Unità, vogliamo unità » , ma si è trattato solo di un vecchio ricordo. Finita la relazione, il rinvio, stabilito in serata, a rinviare tutto a martedì) per l'elezione del segretario. Ma le accuse di brogli hanno continuato a volare sempre più in alto. Anche se non è ancora chiaro chi sia il vero imbroglione.

 
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