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INCHIESTA DDA, DONNE BOSS E REGIA DAL CARCERE: I RETROSCENA


Un' organizzazione ramificata con un obiettivo ambizioso, la ricostituzione nel Napoletano della Nco, il sodalizio criminale un tempo vincente e capeggiato da Raffaele Cutolo. All'interno della cosca sgominata oggi con venti ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Napoli su richiesta delle procura distrettuale Antimafia, in una posizione di primo piano anche una donna di mafia, appellativo meritato per la ferocia dimostrata sul campo. Le indagini degli inquirenti hanno portato all'arresto di venti persone, appartenenti alle organizzazioni camorristiche Sarno, Piscopo - Gallucci, De Sena e Di Grazia, attive nel Napoletano soprattutto tra Casalnuovo (Napoli) e Acerra (Napoli). Le accuse vanno dall' associazione di tipo mafioso, omicidi, detenzione illecita di armi, e spaccio e detenzione di droga. Tra le ordinanze di custodia cautelare si segnalano quelle eseguite in carcere ai danni, tra gli altri, di Pino Piscopo e Gennaro Gallucci, considerati dei capoclan. In manette anche la mamma dei fratelli Gallucci, Maria Mosti 58 anni, che secondo l'accusa aveva funzione di reggente del clan quando i figli erano in carcere ed è ritenuta una dei mandanti dell'omicidio di Pasquale Tufano oltre ad essersi segnalata per la determinazione messa in campo nei crimini a lei attribuiti. Le indagini hanno consentito di individuare i responsabili e i moventi degli omicidi di Carlo Amico, Salvatore Maione, i cui cadaveri furono ritrovati a Carinaro (Caserta), e di Pasquale Tufano, nonché del tentato omicidio di Domenico Fico, avvenuti tra il 2004 e il 2005. Gli inquirenti, inoltre, hanno fatto luce su come Pino Piscopo e Giuseppe Piscopo, riuscissero, dal carcere, a coordinare e dirigere il clan: con telegrammi, lettere e colloqui con i propri familiari, i due capoclan riuscivano a gestire, tramite il nipote ed omonimo Giuseppe Piscopo, gli affari legati alle attività edilizie ed al commercio di droga. (27 marzo 2007-18:45)

 
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