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STORIA NEL CASERTANO: I TESORI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE


SANTA MARIA CAPUA VETERE - Caserta - (di Antonio Tagliacozzi per Casertasette.com)

La recente scoperta della tomba affrescata di epoca etrusca ha riacceso gli interessi della collettività, ed in special modo dei giovani, per la storia e per i ritrovamenti archeologici che nel corso degli anni sono stati effettuati a Santa Maria Capua Vetere e che hanno portato il nome dell'antica Capua in tutto il mondo. E proprio nell'intento di fare cosa gradita a coloro che si avvicinano per la prima volta ad ammirare gli antichi tesori, abbiamo cercato di riassumere le scoperte più importanti fatte a Santa Maria e che testimoniano l'importanza che la Capua pre romana rivestiva all'epoca.
Nel 1783 si verificò una eccesionale scoperta di una tomba etrusca del sesto secolo avanti Cristo inviolata. Dal contenuto e dal sito della scoperta fu denominata "Tomba principesca dei quattordici ponti" il cui corredo funerario, costituito da bronzi, suppellettili, ascia da parata, unguentari fittili e da resti di un carro da parata rivestito di lamine di bronzo, è andato disperso tra collezionisti privati e stranieri e musei esteri. Nell'ultima decade del 1800 fu rinvenuta una lastra di terracotta denominata "Tegola di Capua" oggi conservata presso il museo delle antichità di Berlino, terza fonte per lunghezza (circa trecento parole) della scrittura etrusca dopo la "Mummia di Zagabria" e il "Cippo di Perugia". Successivamente in seguito allo scavo di un pozzo nel 1926 fu scoperta un'aula sotterranea completamente affrescata e dedicata al dio Mitra risalente al secondo secolo dopo Cristo. Nella seconda metà del 1950 venne alla luce "la bottega del tintore", risalente al secondo secolo dopo Cristo dotata di vasche ed ambienti idonei alla lavorazione della lana.
Trascurando altri rinvenimenti archeologici degli ultimi anni, recentemente il sottosuolo della nostra città ha restituito una tomba a camera di epoca etrusca risalente al quarto secolo avanti Cristo completamente affrescata. Infatti, nel corso della realizzazione di una strada di collegamento in prossimità del locale cimitero, al di sotto di una necropoli di epoca tardo romana, è stata rinvenuta una tomba inviolata, completa del ricco corredo funerario. La tomba realizzata nel banco tufaceo presente nella zona, si compone di una unica camera sepolcrale che presenta sulla parete opposta a quella d'ingresso un affresco di chiara lettura in cui è raffigurata nella parte centrale una barca da cui discende una donna cui va incontro, tendendo il braccio destro, un uomo barbuto che stringe una fiaccola accesa.
L'affresco, quindi, simboleggia il raggiungimento da parte del defunto dell'aldilà e la benevola accoglienza da parte del custode degli inferi. Al disotto dell'affresco è posizionato, sempre in tufo, il letto funebre su cui era adagiato il corpo della donna raffigurato nell'affresco. Sulle pareti laterali della camera sepolcrale intonacate sono raffigurati dei festoni ed accanto alla parete destra vi è un altarino su cui si celebravano i riti sacri ed un chiodo dove venivano sistemati gli abiti del defunto. La tomba è inserita in un perimetro di altissimo interesse archeologico ed era attraversto fin dagli albori della storia, da una strada che conduceva al tempio italico risalente al quarto secolo avanti Cristo trasformato nel tempio romano di Diana Tifatina e successivamente nell'atuale basilica benedettina di Sant'Angelo in Formis. Lungo la stessa strada agli inizi degli anni novanta sono state rinvenute altre tombe etrusche che, rimosse dal sito originale, si possono ammirare presso il locale anfiteatro Campano o presso il Museo ell'antica Capua, mentre in loco si trovano la parte inferiore di un monumento funebre romano del secondo secolo dopo Cristo e tratti lastricati di una strada romana.
La scoperta della tomba gentilizia conferma che la Capua pre romana, capitale della "dodecapoli" etrusca della campania e definita da Tito Livio "urbs maxima opulentissimaquae Italiae" era un grande agglomerato di tipo urbano di cui resta sconosciuto l'insediamento per quanro riguarda le strutture abitative, la viabilità e gli apprestamenti di carattere difensivo risalenti all'età arcaica, mentre gli edifici di culto al momento sono rappresentati solo dai santuari extraurbani di Diana Tifatina e delle Matres Matutae, tempio quest'ultimo, posto nel "fondo Patturelli".
Capua esercitava la sua influenza politica su di un vasto territorio esteso dalla costa del salernitano a sud, alla foce del Garigliano a nord, in un quadro di sostanziale indipendenza politica rispetto all'Etruria vera e propria. (24 marzo 2007-08:22)

 
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