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*INTERVISTE: MARCELLA BOCCIA, UNA CASERTANA CON LA PASSIONE DELL'INDIA*


GIOVANNA CANZANO
Intervista
MARCELLA BOCCIA

Marzo 2007

"Credo che non si possa scrivere dell'India senza scrivere della sua filosofia,
perché l'India è la sua filosofia" Marcella Boccia

CANZANO. Il magico mondo che ha ispirato Siddharta e Pellegrinaggio in Oriente rivive nei racconti e nei diari di viaggio del grande scrittore tedesco Hermann Hess con il libro "Viaggio in India" , un viaggio che lo scrittore fece nel 1911, il tuo libro "Diario dall'India", ("Diario dall'India. Riflessioni sulla filosofia yoga edito da Edarc Firenze, 2007) oltre a descriverci la magicità dell'India, è invece un'opera che vuole anche farci comprendere la sua filosofia?

BOCCIA. In "Diario dall'India" ho raccontato il mio primo viaggio nel subcontinente, descrivendo, con l'entusiasmo e l'ingenuità giovanili, giorno dopo giorno, ogni evento ed ogni emozione che quegli eventi suscitavano in me. Credo che non si possa scrivere dell'India senza scrivere della sua filosofia, perché l'India è la sua filosofia. Peccherei, tuttavia, di presunzione affermando che con il mio 'Diario dall'India' si possa comprendere la filosofia indiana, perché, per essere interiorizzata, ciascuno ha bisogno di viverla sulla propria pelle, ma probabilmente il mio scritto offre al lettore degli spunti di riflessione, sia nella prima parte, il diario vero e proprio, che nella seconda, un breve saggio sullo Yoga, che è uno dei sei sistemi filosofici dell'India.

CANZANO. Come Siddharta che cerca di vivere intera la propria vita e passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari e non si ferma presso nessun maestro, e non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercando è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti, quanto della ricerca di Siddharta hai fatto tua nei viaggi in India?

BOCCIA. L'insegnamento di Siddharta, come quello di Patanjali, di Krishna, di Gesù e di molti altri saggi, che in India vengono considerati la reincarnazione del medesimo maestro, uno spirito di luce che entra, di tanto in tanto, in un corpo per scendere sul piano terreno ed offrire insegnamenti agli imperfetti esseri viventi, è stato fondamentale nel mio percorso per comprendere che non esistono maestri e che il solo maestro che vale la pena di ascoltare è la voce interiore, al cui ascolto il nostro orecchio interiore va abituato, allenato. Siddharta era un incredibile osservatore. Io mi son guardata intorno, in quel viaggio ed in quelli successivi, entrando nelle viscere dell'India, tuffandomi in essa non con la mente ma a cuore e spirito aperti.

CANZANO. Del tuo primo viaggio in India, il rapporto con la loro spiritualità e i loro costumi tanto diversi dai nostri, come anche descritti dal libro di E. M. Forster, Passaggio in India, cosa ti ricordi delle tue prime sensazioni con quella realtà?

BOCCIA. Mi ero preparata a quel viaggio leggendo tutto quello che mi era stato possibile reperire sull'argomento e praticando lo Yoga per un paio d'anni, ma quella preparazione era solo mentale, intellettiva, niente a che vedere con le emozioni che l'impatto con la realtà indiana produsse sui miei sensi all'arrivo in quella magica terra. Ne fui sconvolta, ma, allo stesso tempo, mi sentii stranamente a casa, pur nella sua confusione, nel suo disordine, in conflitto con le sue contraddizioni, la sua filosofia del non attaccamento ed il suo attaccamento morboso alle tradizioni, alle regole, al sistema castale, ai rituali propiziatori, alle purificazioni ossessive degli yogin ed alla totale noncuranza delle norme igieniche di un intero popolo.

CANZANO. La tua infanzia a Baia Latina, le tue origini cristiane, come hanno fatto invece a dare spazio e a far nascere in te la ricerca di altre forme e modi di vivere la tua spiritualità?


BOCCIA. Le mie origini cristiane, dovute proprio alla mia infanzia, alla mia nascita a Baia e Latina, un piccolo paese campano dove i bambini non avevano che da andare in parrocchia a giocare, hanno molto stimolato le mie ricerche, fin da quando ero ragazzina, quando tenevo un piccolo diario su cui scrivevo tutto quello che più mi piaceva di tutte le religioni del mondo. Esser nata a Baia e Latina mi ha costretta ad allontanarmi presto dalla finta spiritualità di parrocchiani e parroci ipocriti, i classici buoni predicatori sul pulpito e pessimi nel mettere in pratica nella propria vita gli insegnamenti cristiani. Ho iniziato molto presto a domandarmi perché una religione dovesse essere migliore di un'altra ed ho compreso altrettanto presto quanto fossero pericolosi gli integralismi religiosi. Mi piace definirmi atea, sebbene quello in cui credo qualcuno potrebbe chiamarlo "dio", io lo chiamo fratellanza, democrazia. Un anno fa mi sono sbattezzata, perché credo nell'uguaglianza tra tutti gli esseri umani e non accetto che i cosiddetti "ministri di Dio" navighino nell'oro, mentre i figli di dio in Africa, in India e, senza andar troppo lontano, nel nostro Paese, patiscano la fame o vivano di stenti.

CANZANO. Parlami del tuo impegno pacifista nella diffusione di una cultura di non violenza attraverso la Poesia e la canzone "rap".

BOCCIA. Ho iniziato a scriver versi da bambina. E' catartico per me. E' una mia esigenza, non una scelta. Alcuni di quei versi sono divenuti canzoni. Il rap è la forma vocale che, nella musica, più si addice alla mia natura di narratrice. Nelle mie canzoni scrivo le emozioni che vivo confrontandomi con un mondo malato di egoismo, un mondo in cui pochi individui decidono per le sorti di miliardi di individui, un mondo in cui si dona solo per non sentirsi cattivi cristiani, un mondo in cui la guerra ed i genocidi vengono chiamati "missione di pace" ed i pacifisti arrestati come terroristi, un mondo in cui la dittatura viene mascherata da democrazia ed in cui gli intellettuali vengono censurati ed i calciatori scrivono best-sellers e vengono invitati ai talk show televisivi. In quello che scrivo dico ciò che penso. So che per questo i miei scritti non diventeranno mai dei best-sellers ed i miei dischi non avranno mai i riconoscimenti che meritano, ma esser coerenti ed onesti con sé stessi e con l'umanità è un sacrosanto dovere di ogni individuo.

CANZANO. Nel tuo libro assicuri che lo yoga permette di migliorare la qualità della vita, e che chi sostiene la validità dello Yoga si scontra con la visione occidentale (agli antipodi di quella orientale) della medicina, della malattia e della sua cura?

BOCCIA. Lo Yoga insegna a pensare con la propria testa ed offre gli strumenti minimi per l'autoguarigione. La medicina indiana ci insegna che tutte le malattie sono psicosomatiche e che la cura va cercata in una ricerca spirituale, in un ascolto di sé. La malattia è un campanello d'allarme, ci avverte che stiamo andando contro la nostra natura, che non stiamo ascoltando le esigenze del nostro organismo e della nostra anima. Lo Yoga ci insegna all'ascolto.

CANZANO. Ci parli del tuo 'matrimonio' indiano e la differenza che c'è tra oriente ed occidente nel concepire il rapporto di 'coppia'?

BOCCIA. Il mio matrimonio indiano è stato una farsa a cui sono stata invitata all'ultimo momento! Stavo frequentando il mio maestro di Yoga e la sua famiglia organizzò il nostro matrimonio comunicandocelo solo la sera precedente. Non ebbi il coraggio di deluderli e mandare tutto all'aria, ma dopo pochi giorni tornai in Italia, come da mio programma, e, cosa che sarebbe accaduta in ogni caso, ci lasciammo. Essere un docente universitario rispettato da tutti non è servito a lui che, pur di non comunicare alla sua famiglia l'epilogo del nostro finto matrimonio, ha preferito trasferirsi in Cina. In India il sistema castale obbliga ancora ai matrimoni combinati. Quelli che non vengono combinati, si chiamano "love marriage". Il mio è stato un raro caso di "love marriage combinato!". Non è semplice trovare un punto di incontro tra la cultura occidentale e quella indiana ed orientale in genere: il rapporto di coppia è rigido, il mio ex camminava in strada alcuni metri davanti a me, e se cercavo di raggiungerlo, accelerava il passo!

CANZANO. I tuoi futuri impegni sia letterari che artistici?

BOCCIA. In questo momento sto lavorando al mio album "Hallo Mem!", prodotto da Jimi Vistoli della Ravi Productions di Pistoia. Ci tengo molto a questo lavoro. Si tratta delle canzoni che ho presentato lo scorso anno nel tour "Poesia e musica per la pace". Da un anno, inoltre, sto scrivendo un thriller e questo mi diverte moltissimo. Per il resto, attendo le meravigliose sorpresa che l'esistenza ci regala.


Per saperne di più di Marcella Boccia, si può consultare il suo sito:
www.marcellaboccia.it

giovanna.canzano@email.it
338.3275925

 
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