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VITICOLTURA: PROVINCIA DI CASERTA LANCIA PROGETTO PER SALVARE L'ASPRINIO


Salvare le alberate di vite maritata dell’Agro aversano, già decantate da Plinio nella sua “Storia naturale” e di recente celebrate anche dal New York Times in una corrispondenza dall’Italia di cui dà conto l’ultimo numero della rivista “È Italia”. La tutela e la valorizzazione della coltivazione da cui si ricava la doc del vino asprinio e che costituisce uno dei più suggestivi paesaggi della Campania sono ora gli obiettivi della Provincia di Caserta. Gli assessori alle Politiche agricole, Mimmo Dell’Aquila, e all’Ambiente, Maria Carmela Caiola, hanno infatti riunito a Villa Vitrone sindaci e amministratori dei Comuni dell’area aversana per la definizione di un protocollo d’intesa per la salvaguardia della vite maritata, oggi a rischio di estinzione sotto la pressione urbanistico-edilizia che caratterizza il territorio. All’incontro hanno partecipato il sindaco di Cesa, Fiorillo, il commissario prefettizio di Trentola Ducenta Motta, gli assessori all’Ambiente dei Comuni di Parete (Iavarone), Succivo (Russo), Casapesenna (Zagaria), il consigliere comunale di Lusciano Castaldo, il delegato del Comune di Aversa de Sire, mentre erano presenti per la Coldiretti Tommaso De Simone, per la Cia Salvatore Ciardiello, per Legambiente Francesco Pascale e Mario Schiavone dello Stapa Cepica regionale. Gli assessori provinciali hanno sottoposto ai rappresentanti degli Enti locali una bozza di protocollo (su cui è stata espressa unanime condivisione) che persegue due obiettivi: da un lato, coinvolgendo i 19 Comuni dell’Agro aversano, realizzare un censimento delle aree in cui ancora permane la coltivazione dell’asprinio con vite maritata al pioppo. Aree che dovranno essere tutelate all’interno dei Piani urbanistici comunali (Puc) anche attraverso l’istituzione di un Parco urbano intercomunale; l’altra finalità è predisporre incentivi per gli agricoltori, anche sotto forma di contributi per l’innovazione tecnologica. Le tradizionali coltivazioni, infatti, raggiungono anche i 10 metri di altezza, e devono essere potate con piccole e particolari scale, che ormai solo anziani agricoltori sanno manovrare. Si mira all’utilizzo di mezzi meccanici con cestello, per consentire agli operatori di lavorare in piena sicurezza e valorizzare un vino che, grazie all’altezza della vite, guadagna in tasso di acidità ed è per questo ricercato dai produttori. In tal senso si guarda anche alle opportunità offerte dal Piano di sviluppo rurale. Entro una settimana sarà convocata una nuova riunione per la firma del protocollo d’intesa. (14 marzo 2007-14:28)

 
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