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UNIVERSITA', PER GAZZETTA DI CASERTA SUN E' RAZZISTA: SCONTRO RETTORE/DIRETTORE

Botta e risposta tra il neo-rettore della Sun (Seconda Università di Napoli) Francesco Rossi ed i direttore editoriale della Gazzetta di Caserta che lo scorso 24 febbraio vedi qui aveva definito razzista il nome Sun in quanto esclude il nome della città di Caserta o Terra di Lavoro. Giovedi scorso il direttore editoriale ha risposto vedi qui al rettore che annunciava querele.
Una premessa: da oltre un anno e mezzo, si sta cercando inutilmente una nuova denominazione per la Sun, ma dopo riunioni e incontri (sopratuttto sotto il rettorato di Grella) non sono piaciuti quei due o tre nomi venuti fuori. Per primi, dalle colonne di Casertasette.com, avevamo suggerito di contattare un'apposita agenzia specializzata in immagine&comunicazione così come aveva fatto Silvio Berlusconi, affidandosi ad un'agenzia inglese per trovare l'azzeccatissima denominazione al suo grupo editoriale: Mediaset. A tutt'oggi, la Sun non ha ancora trovato un nome adatto.


Egregio direttore, resto a dir poco sbalordito e nello stesso tempo amareggiato nel leggere le ;prime righe di un articolo apparso lo scorso 24 febbraio sul giornale da Lei diretto dal titolo "Lateneo di Napoli al Belvedere" con un occhiello che recita "Corsi Formativi. Il nome razzista è una ferita per Caserta", La definizione "razzista" per la Sun è a dir poco offensiva e lede in maniera ingiustificata !'immagine dell'Ateneo e il lavoro di centinaia e centinaia di persone (tra cui quelli che vengono nell'articolo definiti "baroni dell'Università") che, a Caserta, lavorano tutti i giorni per offrire un futuro a migliaia di giovani e opportunità di sviluppo a questo territorio. Mi accorgo invece,che sul giornale da Lei diretto continuano ad essere pubblicati articoli diffamatori, privi di alcun ,. fondamento razionale oltre che privi di un riscontro oggettivo con i fatti realì. Se i suoi collaboratori volessero far semplicemen- ", te la cronaca di quanto la nostra Università ha fatto sul territorio, non si potrebbero tacere le numerose e importanti iniziative portate avanti che mirano invece alla crescita di Caserta e del territorio casertano, al rilancio di tante attività e di tante energie "sopite", Mi riferisco alle ben dieci Facoltà che sono attive tra Aversa; Capua, Santa Maria Capua Vetere e Caserta stessa (nella città ce ne sono quattro, con numerosi corsi di laurea, e nel prossimo futuro una quinta facoltà) alle decine di corsi di laurea, ai master, ai progetti in corso comela nascita di un corsodi . farmacia proprio a Caserta, per non parlare della realizzazione del Policlinico, certamente la più importante opera del Mezzogiorno d'Italia. Mi vedo costretto, a questo punto, a chiedere ufficialmente leiscuse del suo giornale all'Ateneo per quanc to apparso nell'articolo del 24 febEraio scorso e a invitare i suoi collaboratori a non pubblicare ulteriori notizie diffamatorie che ledono il nome della Seconda Università, o sarò costretto, mio malgrado (mi creda), ad a dire alle vie legali.
Distinti saluti Professor, Francesco Rossi

Fin qui la lettera del rettore che non cita mai per esteso 'Seconda Università di Napoli'. Di seguito la risposta di Pasquale Clemente, direttore editoriale della Nuova Gazzetta di Caserta

Egregio professore, lei è il rettore. di una università che non è mia, non è della mia città, Caserta, che utilizza in maniera razzista il inio territorio per impiantare facoltà in questa provincia e tenersi stretto il nome Napoli (e non Caserta come sarebbe sacrosarito,e su cui naturalmente non risponde). Le sue neanche tanto velate minacce di querela trovano il tempo che trovano. Se ci dovessimo vedere davanti al giudice come primo testimone chiamerò il mio vescovo, monsignor Nogaro, a cui lei chiaramente non minaccia querele, ma che ha detto dall'altare parole ben Più gravi, pesanti e diffamatorie delle mie (che noi riportiamo sempre fedelmente). Sa cosa le dico? Che noi a Caserta delle sue facoltà non sappiamo che farcene, se le può portare pure ai Camaldoli. Bisogna cercare di capire che una università per avere chancw di crescita e di legame col territorio deve legarsi ad esso in tutti i sensi, e anzitutto col nome, appunto, Noi abbiamo bisogno di professori legati a noi, alla nostra terra, ma non per un discorso campanilista, si può essere Università di Princeton, Cambridge (paesini tutti geograficamente insignificanti) o di Yale ma essere grandissimi. E si può essere Seconda Università di Napoli e rappresentare solo uno sgorbio accademico, razzista perché non accetta la città dove ha sede, a differenza di tutte le altre università italiane. Sicuramente razzista va utilizzato in questo significato, razzista perché snobba Caserta e premia una città solo per esigenze di bottega e di prestigio esteriore. Caserta è un nome che non va utilizzato perché minore di Napoli, meglio Napoli nel nome così ci sentiamo più importanti quando andiamo a fare i congressi. Quale politica universitaria è più razzista di questa? 'Ce lo spieghi, lo spieghi ai nostri lettori. Insomma, vogliamo solo il riconoscimento di, un legame col territorio che deve per forza di cose partire dal nome, non può legàrci a una città estranea a Caserta come Napoli. Pur vicina e amatissima. Perché se non parte dal nome la vostra politica, come senato accademico, deve essere considerata razzista, e questo è il solo termine che spiega la discriminazione. Termine brutto, che continueremo a utilizzare. Può esseme certo.
Pasquale Clemente

 
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