CASERTA (di Franco Tontoli) - Verbali di contravvenzioni come se
piovesse, sia da vigili urbani che da ausiliari del
traffico e, persino, da quei vigili-totem che sono li
fotored per beccare ai semafori anche le auto
passate nel millesimo di secondo che intercorre
tra il brevissimo giallo e il repentino rosso.
Caserta, notizie delle scorsa settimana, in vetta a
una delle classifiche periodicamente stilate dal
quotidiano economico "Sole 24Ore", un primato di
cui c’è da andare poco fieri. In un vigile-totem alle
porte di Caserta è incappato, tempo fa, un turista
spagnolo con moglie e tre figli al seguito. A casa gli
è arrivata la solita busta verde foriera di brutte
nuove— la multa— e, dopo intuibili moccoli, ha
tradotto il disappunto in una «ruffianata»
equivalente a una toreata, a un volteggiar di
muleta per «abbabbiare» il toro. Inforcato, il
personal computer ha scritto una email che è
stata visualizzata dal sindaco Petteruti (il «toro»).
La lettera: "Egreggio signore: primo, priego
perdone il mio italiano. Ha arrivato a la mia casa la
notificazione de sanzione per una falta commessa
in avril del anno scorso. Per sconoscenza delle
strade per arrivare al grande Pallazo Reale di
Caserta mi sono sbagliato, è possibile que per
involontario errore ho traspasato la interseccione
semaforizzata. Non lo so. Mi sono innamorato
della sua città, della dolcezza del suo clima, della
bellezza dei suoi monumento. Voglio ritornare a
L’Italia con la mia moglie e tre filgi che credo voi
fià conoscerete per la fotografia del semaforo. Per
il mio amore all’Italia e Caserta per la pubblicità
gratuita che faccio alla vostra citta en Spagna,
priego toglierme il pago della sancione oppure una
reducione della estesa. Envio un copione delo
e-mail per lettera. Firmato: Ramiro Pablo». E
bravo Ramiro, olè al capolavoro di appello che ha
scritto in sua difesa, lontano da lui l’idea di
ricorrere al Giudice di pace ma vicinissima la
lampadina dell’iniziativa brillante di toccare le
corde del cuore del sindaco Petteruti. Che, siamo
certi, alzerà il pollice e gli condonerà la «falta». (dal Corriere del Mezzogiorno di Venerdi 2 Marzo 2007)
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