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Strangolò la madre: il nipote del Vescovo Vella vuole andare in una Rems

Santa Maria Capua Vetere, 17 dicembre 2023 - Per il consulente del giudice, Francesco Plumitallo, il giovane di 30 anni di Capodrise che ha strangolato e ucciso la madre Patrzia Lombardi Vella il 14 novembre scorso nell'abitazione in cui i due vivevano a Capodrise (Caserta), era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, ma può sostenere un processo. Il giovane - che prima del delitto comunque aveva dato segni di squilibrio ma era senza problemi a casa - per la difesa invece non può stare in giudizio nemmeno e andrebbe trasferito, questa volta sì, in una struttura. Lo zio del giovane è il vescovo monsignor Giovanni Vella, nominato lo scorso anno presidente della Fondazione Fratelli tutti che si sta occupando del futuro del Macrico tra i vari dubbi di Italia Nostra e il comitato Macrico stesso. Entrambi i professionisti, quello nominato dal giudice Alessandra Grammatica che quello della difesa, hanno visitato insieme tre volte Plumitallo, che in cella dove - è emerso durante l'incidente probatorio - ha anche tentato il suicidio. Sarà ora il Giudice per le indagini preliminari, che subito dopo il delitto aveva ordinato il carcere per Plumitallo e il controllo a vista, temendo atti di autolesionismo del giovane, a decidere sulla base di quanto emerso nell'incidente probatorio. La difesa ha annunciato inoltre la presentazione di un'istanza per chiedere al Gip di scarcerare il 30enne e trasferirlo in una struttura adeguata, come una Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza), dove potrà essere curato da psichiatri per evitare che possa ripetere verso altri quanto già commesso nei confronti della madre o anche un gesto come quello di togliersi la vita. Plumitallo, dopo il delitto, ha subito confessato di aver ucciso la madre; anzi fu lui stesso a chiamare la Polizia. Agli agenti e al pm di Santa Maria Capua Vetere Giacomo Urbano riferì di aver strangolato la madre di spalle mentre era in preda ad uno stato confusionale dovuto alla circostanza di non aver preso le medicine prescrittegli dai medici del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl di Caserta, presso cui era in cura ma era però tranquillamente a casa. Sono stati poi i difensori del 30enne a chiedere al Gip un incidente probatorio per stabilire l'eventuale capacità di intendere e di volere di Plumitallo.

 
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