CANCELLO ED ARNONE: CELEBRATA 'UNA GIORNATA PER NON DIMENTICARE'
Data: Domenica, 11 febbraio @ 19:04:57 CET
Argomento: Enti e Comuni




La manifestazione si è rivelata un importantissimo incontro culturale, strutturato in maniera armonioso e con una grande ed aperta collaborazione sia da parte del Liceo Scientifico “G.Galilei” sezione staccata di Cancello ed Arnone, che da parte dell’Istituto Comprensivo Statale “Ugo Foscolo” (classi della terza media). Come era stato programmato, la scaletta ha previsto: brevi, ma intensi saluti del Sindaco Emerito, che si è rivolto alla popolazione scolastica ed al gruppo docenti, esternando, innanzitutto, il suo compiacimento per la loro presenza; poi ha continuato il suo intervento dicendo “io non ho vissuto in prima persona l’amara esperienza della guerra, ma ho imparato a conoscerne la crudeltà, non solo dai testi scolastici, ma anche attraverso i ricordi di mio nonno, che essendo stato prigioniero nel campo di concentramento di Dachau (dal quale è riuscito miracolosamente a salvarsi) ha vissuto in prima persona la dolorosa vicenda della shoah. Ovviamente, altrettanto molto grave è la disumana ferocia delle “Foibe”; una miriade di tragedie e di orrori; la tragedia di un intero popolo, ossia quella dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Noi oggi, con questo incontro, che cosa vogliamo dire alle vostre giovani menti? Ebbene, vogliamo dire che non bisogna mai smarrire la consapevolezza delle barbarie subite da moltissime persone, ma partendo da questo dobbiamo valorizzare i tratti più nobili della nostra tradizione storica, consolidando, nel contempo, i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza e di solidarietà tra i popoli. Dobbiamo rifiutare i nazionalismi aggressivi e oppressivi, sia come quelli espressosi nella seconda Guerra Mondiale con Hitler, che quelli espressosi nell’ondata di terrore jugoslavo in Venezia Giulia.” Ha poi preso la parola Don Peppino Sciorio (Professore Universitario di Sacre Scritture alla Facoltà di Teologia) che, tra i tanti argomenti trattati, ha risposto anche alla domanda di un alunno che ha chiesto dove fosse Dio in questi momenti di estremo bisogno dell’umanità; perché il silenzio di Dio dinanzi a queste crudeli ingiustizie? Cercando le parole più semplici e comprensibili a tutti Don Peppino ha spiegato che il tema trova la sua espressione in una grande metafora, quella del “panim”, del volto divino. Nel rapporto tra esseri umani guardarsi in faccia è un modo di comunicare, mentre rivoltarsi dall’altra parte è segno di chiusura, di interruzione della comunicazione, di rifiuto. Pertanto sono sinonimo di speciale benedizione, simpatia, benevolenza e protezione le seguenti parole: “che il Signore illumini e volga a te il suo volto”, mentre al contrario il celarsi, il nascondersi del volto divino è segno di allontamento. A tal proposito molto significative sono le parole che si leggono in un brano della Bibbia…”La mia ira divamperà contro di lui in quel giorno e li abbandonerò e nasconderò loro il mio volto e lui diventerà preda di chi vuole divorarlo e lo incontreranno numerose disgrazie e cose cattive…” E’ in questo brano che troviamo la prefigurazione dell’evento, l’abbattersi delle sciagure nazionali, il diventare preda dei nemici; la rappresentazione teologica, Dio che si nasconde all’uomo; la constatazione umana dell’abbandono, Dio non è in mezzo a loro; l’interpretazione teologica, il volto si nasconde perché l’uomo si è rivolto altrove. Dunque non si devono cercare responsabilità divine, perché il male causato dipende in primo luogo dall’uomo e dal dono che gli è stato fatto di poter scegliere tra bene e male, tra premio e punizione. Anche Gesù avrebbe potuto salvarsi dal martirio della Croce se avesse ascoltato quelli che gli dicevano se sei il Figlio di Dio, scendi dalla Croce e noi crederemo in Te. Ma Gesù ha subito il supplizio della crocifissione perché Egli doveva portare a termine il compito assegnatogli dal Padre suo, ossia: sacrificare sé stesso per la redenzione di tutta l’umanità” Dopo il bellissimo intervento di Don Peppino , alcuni alunni sia della Scuola Media che del Liceo, per rappresentare la loro testimonianza, hanno letto dei significativi brani. Tutti gli interventi, ovviamente, mirati al fine della manifestazione, sono stati molto commoventi e molto applauditi. Uno di loro diceva: “Prima vennero per gli ebrei e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero per i comunisti e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i sindacalisti e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa. (11 febbraio 2007-19:00)





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