BANDA DEL BUCO DI NUOVO IN AZIONE A SANTA MARIA C.V.: RAPINATA GIOIELLERIA
Data: Venerdì, 09 febbraio @ 17:58:25 CET
Argomento: Cronaca




SANTA MARIA CAPUA VETERE. La «banda del buco» torna a colpire in pieno giorno in una gioielleria di Santa Maria Capua Vetere e ancora una volta nella stessa zona dove negli ultimi dieci anni si sono registrate diverse incursioni dal sottosuolo. Nel tratto tra la fine di corso Garibaldi, piazza Mazzini, via Mazzocchi, via Gallozzi, via Cappabianca e piazza Falcone e Borsellino, bande di rapinatori-speleologi, più volte e in diversi periodi di tempo hanno tentato colpi milionari sbucando dal sottosuolo. Le Poste centrali (di fronte al Palazzo di Giustizia), gli istituti di credito Unipol, Banca di Sconto e Conti Correnti e Banca Popolare di Napoli; le gioiellerie Ianncelli e Veccia gli obiettivi più volte scelti dalla banda. Ieri, l’ennesimo colpo alla gioielleria Veccia: i banditi sono entrati in azione tra le due e le tre del pomeriggio penetrando nel sottosuolo da un tombino di una strada laterale. Un colpo, a quanto pare, studiato nei minimi particolari: infatti, una volta giunti sotto il pavimento della gioielleria, lo hanno sfondato ma prima di agire, hanno provveduto a bloccare le saracinesche del negozio con una potente colla industriale. A questo punto, una volta scattato l’allarme, hanno cominciato a razziare tutto quello che si trovava in vetrina e non custodito nella cassaforte per un valore di alcune centinaia di migliaia di euro. Le scene della rapina si sono svolte addirittura sotto gli occhi dei vigilantes giunti sul posto dopo la segnalazione dell’allarme. Mentre le guardie giurate dall’esterno tentavano di aprire le serrande «incollate», dalle vetrine assistevano «in diretta» ed impotenti al colpo ed alla fuga dei banditi attraverso il foro praticato nel pavimento. Le ricerche anche sotterranee della polizia, degli uomini specializzati della Scientifica e dei Vigili del Fuoco sono durate fino al tardo pomeriggio. Gioielli di ogni genere, orologi, accessori, anelli, brillanti venivano riposti in cassaforte dai coniugi Veccia soltanto alla chiusura serale. Una circostanza, quest’ultima, che non consentirà nemmeno il risarcimento da parte della compagnia assicurativa. Un danno di particolare entità che si aggiunge a quello subìto dagli stessi gioiellieri poco meno di due anni fa. L’inventario, fino alla tarda serata di ieri, era ancora in corso ma il danno potrebbe essere superiore a quanto si prevede forse oltre 300 mila euro. La speranza degli investigatori è riposta nella ricerca di alcune impronte che potrebbero essere state lasciate dai componenti della banda durante il colpo e, a quanto pare, anche da un filmato del circuito di videosorveglianza. Lo scorso settembre, con la stessa azione, un gruppo di rapinatori «sotterranei» tentò di mettere a segno un colpo nella filiale di San Prisco del Monte dei Paschi di Siena. Gli impiegati avvertirono alcuni rumori che provenivano dal sottosuolo proprio mentre una persona, all’esterno, bussava con violenza alle vetrate della banca cercando di farsi aprire. Il direttore a questo punto capì che stava accadendo qualcosa di grave e diede l’allarme. (9 febbraio 2007-17:55)





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