CASERTA, INCHIESTA LATTE E CAMORRA: DIA E POLIZIA SEQUESTRANO BENI PER 20 MLN
Data: Martedì, 06 febbraio @ 16:14:54 CET Argomento: Cronaca
Ammontano ad oltre 20
milioni di euro i beni sequestrati dalla Dia e dal personale della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta nel corso di un'operazione iniziata lo scorso 2 febbraio. I beni sono ritenuti nella
disponibilita' di Carmine
Matuozzo, di 41 anni, di Santa Maria a Vico, imprenditore - secondo gli inquirenti - vicino
al clan camorristico dei ''Casalesi''. Il sequestro è avvenuto in base alla legge Rognoni-La Torre. Il provvedimento, proposto dal dirigente della Dia Adolfo Grauso, e' stato emesso dal collegio misure di
prevenzione del Tribunale di S.Maria Capua Vetere, presieduto da
Antonella Vertaldi e composto dai magistrati Antonio Cairo e
Corrina Forte, a conclusione di indagini ,sviluppatesi anche
sulla base di rivelazioni di collaboratori di giustizia, da
personale Divisione Anticrimine della Questura di Caserta,
diretta dal vice questore, Luigi Botte e dalla DIA.
Sono stati sequestrati fabbricati, terreni, azioni societari,
veicoli e moto. Carmine Matuozzo fu arrestato nel 2004 in
esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere,
per associazione camorristica di tipo camorristico insieme con i
vertici del clan camorristico dei ''casalesi'', la potente
organizzazione criminale operante non solo nel casertano e nel
basso Lazio, ma con collegamenti sia in Italia e sia all'estero.
I provvedimenti restrittivi
riguardarono anche Francesco Schiavone, detto ''Sandokan'',
ritenuto, nonostante sia in carcere da anni, ancora a capo del
clan, Michele Zagaria, e i capizona di Villa Literno della
stessa organizzazione, Mario Tavoletta, ucciso in un agguato e,
successivamente da Cesare Tavoletta. Furono tutti accusati, tra
l'altro, di avere assunto per conto del sodalizio camorristico -
e' stato spiegato in una conferenza stampa alla quale ha anche
partecipato il questore, Carmelo Casabona - stabili funzioni
economico-imprenditoriali e di reinvestimento di proventi
illeciti,in particolare nel settore della distribuzione del
latte. Dalle indagini della Polizia e della Dia e' risultato,
tra l'altro, che Carmine Mattuozzo aveva come socio occulto
prima Mario Tavoletta e poi Cesare.
Attraverso varie societa' di distribuzione del latte,
riconducibili anche a Michele Zagaria, primula rossa del clan,
inserito tra i 30 latitanti piu' pericolosi d'Italia. Mattuozzo
con le sue aziende era riuscito a imporre una tangente di 400
milioni di lire annue alla Cirio, che veniva corrisposta alle
societa' legate al clan, sotto forma di incentivi per le
vendite, nonostante che il fatturato delle stesse fosse
inferiore a quello delle aziende concorrenti.
Oltre alla tangente annuale, la Cirio favori' le aziende del
clan che riuscirono a conquistare il 69 per cento del mercato
del latte, imponendo quasi ovunque i marchi ''Berna'' e
''Matese''.
Gli appartamenti ed i terreni sequestrati sono stati
individuati, hanno spiegato Botte e Grauso, quali strumenti per
il reimpiego dei capitali e l'immobilizzazione del denaro
attraverso investimenti nel settore immobiliare. (6 febbraio 2007-16:15)
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