SENATORI ULIVO INTERROGANO MINISTRO SICUREZZA PM CANTONE (E CITANO SAVIANO)
Data: Martedì, 23 gennaio @ 21:38:33 CET
Argomento: Cronaca




In Senato è stata illustrata un'interrogazione al ministro dell'Interno, Giuliano Amato, dei senatori Massimo Brutti, Roberto Barbieri, Anna Maria Carloni, Andrea De Simone, Piero Di Siena, Massimo Villone. "Da tempo - sottolinea l'interrogazione - un magistrato della Procura di Napoli, il sostituto procuratore Raffaele Cantone, da otto anni impegnato in delicate indagini sulla camorra della provincia di Caserta e, in particolare, sul clan dei Casalesi e sulla famiglia Zagaria, è oggetto di minacce. Minacce che hanno aver imposto al Prefetto di Napoli di potenziare la scorta al magistrato e di predisporre anche la vigilanza fissa alla sua abitazione. Intimidazioni, da quanto sappiamo, riferibili a indagini tuttora in corso sulle attività economiche del sodalizio criminale". "Già in ottobre 2006 - ha spiegato Massimo Brutti nell'aula del Senato, illustrando l'interrogazione - era stato necessario assegnare la protezione all'autore del libro 'Gomorra', Roberto Saviano, pure oggetto di intimidazioni da parte della stessa organizzazione camorristica. Nel 2005 la stessa situazione si era verificata in prossimità della lettura del dispositivo della sentenza del cosiddetto processo Spartacus, che si è concluso il 15 dicembre del 2005 con la condanna all'ergastolo dei capi storici del clan dei Casalesi. Un collaboratore di giustizia aveva riferito, secondo quanto si apprende dal quotidiano 'Il Mattino', che erano state programmate azioni di ritorsione nei confronti dei magistrati che erano stati impegnati in quel processo, di investigatori e di alcuni collaboratori di giustizia, oltre che del deputato DS Lorenzo Diana, all'epoca componente della commissione antimafia, nonché della giornalista Rosaria Capacchione. Anche in quel caso era stato necessario intensificare la tutela, assegnando scorta e protezione a quanti erano fatti oggetto di intimidazioni del clan". "Questi fatti si verificano in un territorio - si legge nell'interrogazione - quello della provincia di Caserta, nel quale opera una organizzazione camorristica strutturata sul modello siciliano di Cosa Nostra, fortemente pervasiva e con ramificate infiltrazioni anche nei settori della politica, della pubblica amministrazione, nonché in nevralgici settori economici, come quello dello smaltimento dei rifiuti". "A questo si aggiunga che, allo stato (Brutti si riferisce all'ottobre del 2006, momento di presentazione dell'interrogazione,ndr) - continua la nota - risultano latitanti otto dei più pericolosi esponenti del clan dei Casalesi, già gravati da condanne all'ergastolo o condannati a trent'anni di reclusione: Michele Zagaria e Antonio Iovine, capi dell'organizzazione assieme a Francesco Schiavone di Nicola, noto come Sandokan, e Enrico Martinelli, Raffaele Diana, Mario Caterino, Orlando Lucariello, Sebastiano Panaro, Corrado De Luca, Zagaria e Iovine, inseriti nell'elenco dei primi trenta ricercati, sono irreperibili da quasi undici anni. Non risulta, allo stato, nessuna attività investigativa volta alla ricerca degli altri sei latitanti". "Ci preoccupa - ha dichiarato Massimo Brutti nell'aula di Palazzo Madama - sapere che questa camorra casertana fa capo a due personaggi che sono in carcere, che sono sottoposti al 41 bis e che, evidentemente, anche in queste condizioni riescono a tirare le fila dell'organizzazione, a gestire affari e a smuovere capitali" (23 gennaio 2007-21.38)





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