*GOMORRA: L'INCHIESTA SULLE MINACCE A SAVIANO VERSO L'ARCHIVIAZIONE*
Data: Mercoledì, 06 dicembre @ 07:16:02 CET
Argomento: Giudiziaria




(di Roberto Paolo dal Roma di Mercoledi 6 dicembre 2006) -
Si avvia all¹archiviazione l¹inchiesta della Procura di Napoli sulle minacce della camorra allo scrittore e giornalista napoletano Roberto Saviano. Se intimidazioni ci sono state, dagli elementi forniti dal giovane eroe mondadoriano della lotta al crimine organizzato la polizia non è riuscita a risalire ad uno straccio di prova o di evidenza. Tantomeno sembra a questo punto possibile ricostruire l¹identità degli eventuali autori delle intimidazioni. La relazione stilata dai dirigenti della Squadra mobile della questura partenopea, sezione criminalità organizzata, non lascia spazio a speranze o illusioni di sorta. Del resto, confidano alcuni investigatori, già dalle prime dichiarazioni raccolte dalla bocca dello stesso Saviano, era chiaro che appigli per scalare la scivolosa parete della verità non se ne presentavano granché. A questo punto il pm della Direzione distrettuale antimafia Antonello Ardituro, incaricato dal procuratore aggiunto Franco Roberti di seguire la delicata indagine, non ha molte altre strade davanti a sé se non quella di chiedere l¹archiviazione del procedimento. Cosa che, secondo i bene informati, avverrà nei prossimi giorni. Finisce così il caso che, assurto a scandalo di livello nazionale, ha generato unanime sdegno e corale indignazione, nonché una notevole impennata di vendite per il libro del 26enne scrittore partenopeo, ³Gomorra², interessante e ben scritto collage degli articoli di cronaca nera apparsi negli ultimi due anni sui quotidiani campani, a loro volta riassuntivi di migliaia di pagine di ordinanze di custodia e intercettazioni contenute nelle maggiori inchieste di camorra svolte dalla Dda partenopea. Un libro che ha accumulato in poche settimane un duplice record: quello delle ristampe e quello, più originale, di essere il primo bestseller letto persino dai boss di camorra, notoriamente più inclini a maneggiare armi e denaro contante che non ponderosi tomi di letteratura. Pare che pericolosi capiclan abbiano messo a repentaglio la propria latitanza pur di accaparrarsene una copia, nelle celle delle carceri di massima sicurezza fanno a botte per leggerne qualche pagina e i più spietati killer dei casalesi la sera, spenta la tv, ne leggono interi brani ai propri bambini, mostrando loro, prima di addormentarsi, la foto dell¹autore che campeggia in quarta di copertina perché sappiano chi è il vero nemico che mette a rischio il futuro dei traffici illeciti. La notizia delle minacce era apparsa nientemeno che in copertina del settimana ³L¹espresso², di cui Saviano è recente collaboratore. Poco chiare fin dall¹inizio erano le modalità con cui erano giunte le minacce: si parlava di telefonate mute, di un articolo su un quotidiano locale casertano che riferiva strane voci a seguito di un intervento di Saviano ad un pubblico convegno nella piazza di Casal di Principe, e si riportava lo strano atteggiamento del salumiere di fiducia dello scrittore, che a detta di Saviano gli avrebbe fatto intendere che preferiva non averlo più tra i suoi clienti. Denunce formali non ce ne erano state, ma la macchina della giustizia si è messa in moto rapidamente, mentre sul piano amministrativo la Prefettura disponeva a tempo di record una forma di tutela per il coraggioso giornalista-scrittore, così da evitare un nuovo caso Siani. Saviano è stato convocato e interrogato. «Ma più che minacce concrete, ha lamentato un senso di isolamento, che può essere anche più insidioso delle stesse minacce», racconta uno degli investigatori. La sezione criminalità organizzata della squadra mobile è stata incaricata di svolgere accertamenti. Nessun approfondimento sul traffico telefonico è stato disposto, segno che elementi pratici non ce ne erano. Sono stati invece convocati ed interrogati un salumiere del centro storico ed il titolare di una pizzeria di una nota catena, della zona di piazza del Plebiscito. Entrambi hanno decisamente negato di aver mai espresso giudizi poco lusinghieri sull¹apprezzatissimo scrittore anticamorra. Tanto meno di aver mai chiesto al celebre giornalista d¹inchiesta di non frequentare più il proprio locale. Probabilmente c¹è stato un malinteso, un¹incomprensione, facilitata dalla tensione che inevitabilmente circonda chi combatte in prima linea e in prima persona la difficile guerra contro la camorra. Ma almeno un lato positivo della vicenda va annotato: ha riportato sulle prime pagine dei giornali, persino nei programmi delle radio e delle tv nazionali, l¹emergenza troppo a lungo sottaciuta del crimine organizzato in Campania. La Napoli onesta e perbene si augura che Saviano, protetto dallo Stato, pubblichi al più presto un nuovo libro con Mondadori, per evitare che l¹attenzione del Paese sulla lotta ai clan ritorni nel dimenticatoio di sempre. (6 dicembre 2006-07:15)





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