CAPUA (CASERTA): IL FOLLARO D'ORO A PADRE MICHELE PICCIRILLO
Data: Lunedì, 13 novembre @ 18:13:21 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia




Il dramma del conflitto israelo- palestinese raccontato senza ricorrere agli stereotipi canonici che spesso servono più che altro a “consolare” le coscienze di quanti preferiscono non pensare, analizzare e riflettere. È stato questo il senso più recondito degli appuntamenti, tenutisi a Palazzo Fazio di Capua, lo scorso fine settimana nell’ambito del cartellone del Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”, ed intitolati “Macchina da Presa”. Testimonianze, ricordi, dibattiti e soprattutto immagini in presa diretta utili a dare un quadro di insieme realistico e crudo della realtà che quotidianamente si vive in Terra Santa, fondamentale per avvicinarsi nella giusta ottica all’appuntamento del prossimo primo dicembre, quando sarà premiato Padre Michele Piccirillo. La Cooperativa culturale Capuanova, con la preziosa collaborazione dell’Associazione Culturale Casertana “Macchina da Presa”, ha voluto, così, proporre qualche aspetto, qualche squarcio, qualche testimonianza grazie ai contributi provenienti dal mondo del cinema. Drammatico nell’alzare il velo sui kamikaze palestinesi è stato il film-documentario "Ana’s children" di Juliano Mer Khamis, un vero e proprio viaggio fra presente e passato recente fra i ragazzi del campo profughi di Jenin. Giovani che nel giro di pochi anni da attori bambini si trasformano in kamikaze o resistenti che trovano la morte combattendo contro gli israeliani. Una storia vera che parte durante la prima intifada quando l’ebrea israeliana Arna Mer, madre di Juliano, dà vita ad un programma educativo alternativo all’interno del campo profughi di Jenin. Tra le varie attività del centro vi è lo “Stone Theatre”, un laboratorio teatrale diretto da Juliano, che poi otto anni dopo la morte della madre, e cinque anni dopo la conclusione del progetto teatrale, torna nel campo profughi e scopre la tragica storia dei “ragazzi di Arna” ormai tutti morti. Arna’s Children e l’altro film proiettato, “Guerra” di Pippo Del Bono, sono stati dei documentari che spezzano con tenera brutalità ogni falsa contrapposizione. Dopo aver visto crescere, sognare, e morire, i ragazzi gli spettatori di queste opere che poco concedono alle idee ricevute, incluse quelle veicolate da certo rassicurante pacifismo, si trovano costretti a guardare a occhi ben aperti un’evidenza che i media si accaniscono a rendere opaca: dietro la favola cupa del terrorismo suicida e della lotta del popolo palestinese ci sono persone in carne e ossa, volti, nomi, storie familiari, speranze, paure. Gli appuntamenti del Premio Capua “Follaro d’Oro 2006” riprenderanno il prossimo fine settimana. (13 novembre 2006-18:13)





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