CASERTA, SPETTACOLI: SETTEMBRE AL BORGO CHIUDE IN RIFLESSIONE
Data: Martedì, 12 settembre @ 14:33:31 CEST
Argomento: Spettacoli




caserta - Settembre al borgo chiude in riflessione...tra la volontà di non dimenticare e la voglia di continuare a chiedere. Pace é la parola d’ordine. A Casertavecchia parole note e altro ancora per ricordare l’11 Settembre. Nel tardo pomeriggio nella suggestiva cornice della chiesa dell’Annunziata un incontro inedito tra Moni Ovadia, il jazzista Danilo Rea e l’attore casertano Enrico Ianniello. L’attore bulgaro di origine ebraica ha scelto Casertavecchia per commemorare l’11 Settembre, toccando tra l’altro temi di strettissima attualità. “L’attentato alle Twin towers di cinque anni fa ha portato, purtroppo, l’Occidente ad una mediatizzazione sfrenata, contro ogni logica di pietà verso 2800 vittime innocenti. E’ la stessa cosa che stanno facendo i media arabi con il bombardamento israeliano sul Libano”. Il ricordo delle immagini crudeli della strage dei bambini a Cana. Ovadia alza la voce, è indignato…. L’attore attacca il governo americano: “Enduring freedom é stata, ed é, soltanto un’operazione per ciclopici affari. Gli Stati Uniti hanno ridotto l’ONU a un cencio. L’11 Settembre ci deve dare un insegnamento fondamentale: i fenomeni vanno guardati nel loro contraddittorio. Un fenomeno, che entra nella logica della propaganda, porta solo a lutti e disastri”. Parole semplici che hanno la forza di sottolineare la presunzione dell’Occidente di saper distinguere tra il bene e il male... Non accettare il relativo è una strada che conduce solo all’odio. I ricordi di Enrico Ianniello e la musica di Danilo Rea sono stati piacevoli interventi in un incontro che ha rispecchiato in pieno lo spirito del festival, così raccontato dal direttore artistico, Casimiro Lieto: “Questa è una rassegna che, fino all’ultimo, ha dato voce a tutto ciò che, tra idee e ideali, sa andare oltre lo spettacolo”. Ore 20.30 Teatro della Torre, Francesca Reggiani debutta in Controtempo. E’ la prima italiana della piece firmata da Christian Simeon, con la regia di Gabriele Vacis. Il testo è interamente ispirato all’attentato alle Torri gemelle: protagonista è una ragazza europea che da anni vive a New York con il fidanzato; è il suo racconto di quella tragica mattinata. La Reggiani è felicissima di portare il suo tributo all’11 settembre sul palco di Casertavecchia trentasei, uno dei festival, dice, “più vivi e coraggiosi che ci siano in Italia”. La piece inizia, il racconto si fa sospeso, l’atmosfera rarefatta. Settembre al Borgo e il Teatro della Torre vivono un’apnea suggestiva di ricordi e emozioni, tratti di vita vissuta che scuotono le coscienze di tutti. Beatrice Schiros scandisce il tempo che manca all’impatto, si consuma uno psicodramma a lieto fine che lascia il pubblico carico di sorpresa e meditazione. In prima fila Moni Ovadia commenta colpito : “uno spettacolo intelligente e lucido. Un Festival come Settembre al Borgo non poteva trovare il modo migliore per far riflettere, ricordare e rielaborare usando le chiavi dell’arte. Un esperimento straordinario”, Ore 22.00 Duomo. Danilo Rea con il suo omaggio ad uno dei maggiori cantautori italiani, Fabrizio de Andrè, incanta la platea del Duomo di Casertavecchia gremito fino all’inverosimile. Un colpo d’occhio straordinario che fa i conti con lo spirito di libertà che dimora da sempre nel jazz, “la musica è libertà nella misura in cui riesce ad essere improvvisazione”. Scorrono, attraverso il bianco e il nero dei tasti del pianoforte grancoda che fa da contraltare al mosaico della chiesa, canzoni per immagini rubate alla grande vena poetica di Fabrizio de Andrè e riadattate in chiave jazz dall’estro del grande pianista che si congeda dal pubblico con una emozionante e insolita versione di Core ‘ngrato : “uno dei posti più belli in cui ho mai suonato, non mi aspettavo di vivere un’emozione così intensa” Il cerchio si chiude… Ore 23.30. 11 tammorre come i giorni del Festival, come la data che chiude la Rassegna. Quasi una catarsi cabalistica nella quale spicca una struggente poesia di Eduardo De Filippo e un suggestivo inno di pace e di libertà, che partendo da piazza vescovado, stracolma di gente, invade le vie del borgo medievale.. È già il 12 settembre quando cala il sipario sull’edizione numero trentasei di settembre al Borgo. 11 giorni di teatro, musica, danza, eventi, incontri, visioni, che fanno già parte della storia di una delle rassegne più prestigiose e autorevoli del panorama italiano, e domani è un altro giorno e forse è già un altro Festival.





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