S. MARIA C.V. (CASERTA), PIANO URBANISTICO, PER ARCH. PATRIA E' DEFUNTO
Data: Venerdì, 25 agosto @ 10:18:44 CEST
Argomento: Enti e Comuni




(di Alfredo Patria, architetto) - Redigere daccapo un nuovo piano regolatore di S. Maria C. V. nei pochi mesi utili che restano a disposizione di questa seconda amministrazione comunale guidata dal Sindaco Vincenzo Iodice è una impresa impossibile, data la vastità e complessità degli studi, delle valutazioni e delle verifiche da effettuare per legge. Viceversa riciclare il Piano Regolatore Generale elaborato dal professionista incaricato prof. Arch. Francesco Forte, che lo ha consegnato già nel Marzo 2002 alla prima amministrazione Iodice, è operazione assurda sotto il profilo tecnico, giuridico ed etico, dato che gli aggiornamenti da apportargli in conseguenza del mutato stato di fatto dei luoghi e dei condizionamenti emergenti dagli attuali scenari del contesto politico-imprenditoriale comporterebbero il radicale stravolgimento di quello strumento, evidenziando in forma clamorosa il totale contrasto tra le premesse contenute nella Relazione Programmatica acquisita agli atti del procedimento nel Settembre 2001 e l’effettiva disciplina urbanistica dell’uso del suolo che oggi di fatto quest’Amministrazione Comunale sarebbe costretta a varare. Peraltro non ho idea di chi si possa assumere professionalmente la paternità di un tale “mostro a due teste”. La verità è che nell’elaborazione del PRG che porta la sua firma il prof. Arch. F. Forte ha preso le mosse, generosamente ma ingenuamente, da una impostazione culturale tecnica e procedurale che ha ritenuto fosse condivisa dalla committente Amministrazione Comunale ed innanzitutto dal Sindaco Iodice e dagli assessori dell’epoca (alcuni dei quali rivestono tale carica ancora oggi). Egli ha proposto un riassetto urbanistico della nostra città fondato su valori funzionali, storici e civici dei quali in effetti le forze politiche fluttuanti intorno all’amministrazione Iodice, così come la maggior parte degli imprenditori e vari faccendieri (sempre presenti ed attivi nel condizionare in maniera subdola ed impropria gli orientamenti dell’amministrazione) non se ne importavano e non se ne importano proprio niente: per costoro infatti l’urbanistica è soltanto la procedura amministrativa con la quale si legalizza l’uso speculativo del territorio. Egli allora sottovalutò alcuni malumori nei confronti del suo modo di intendere la pianificazione di S. Maria C. V., serpeggianti in qualche occasione e fatti filtrare attraverso qualche trafiletto della stampa locale che probabilmente neanche leggeva; talché con immutato entusiasmo ed impegno dall’inizio alla fine ha continuato a presentare idee, proposte ed elaborati che illustrava ad interlocutori sordi o ipocritamente reticenti. In qualità di “coordinatore delle ricerche finalizzate al piano” ed altresì di “consulente urbanistico del Sindaco”, personalmente il sottoscritto nell’anno e mezzo di attività occorsa alla elaborazione del PRG ha organizzato una pluralità di incontri, dibattiti, discussioni intorno ai principali temi urbanistici e alle proposte di soluzione elaborate da Forte, cercando di coinvolgere istituzioni, forze politiche, imprenditoriali, associazioni di categoria, semplici cittadini: sempre pubblicamente e comunque, anche nelle occasioni non ufficiali, sempre in luoghi aperti al pubblico, perché chiunque potesse ascoltare, controllare, interloquire. A tutti è stato sollecitato un contributo scritto: ma al di fuori di un sintetico documento di un solo partito e di una chiara istanza sottoscritta da alcuni piccoli imprenditori ed artigiani di S. Maria C. V., in cerca di spazi attrezzati per insediamenti produttivi nei quali trasferire i propri impianti, non è venuto fuori nient’altro! Evidentemente quello che non ci si è voluto dire trasparentemente, pubblicamente, in una corretta dialettica di posizioni e di prospettive, ha trovato altri luoghi ed altri modi per esprimersi e consolidarsi in aspettative di cui il piano di Forte ovviamente non reca alcuna traccia. Pertanto oggi lo strumento urbanistico di Forte (corredato peraltro da Norme di Attuazione inopportunamente macchinose, che comunque ne avrebbero resa difficoltosa la gestione pratica) a parere del sottoscritto è un documento irrimediabilmente defunto… non risuscitabile neanche per miracolo di San Simmaco. Quanto all’argomento (che di recente è stato pubblicamente ed autorevolmente accampato) secondo il quale il piano di Forte non possa andare all’adozione in Consiglio Comunale così com’è, per il semplice motivo che esso si chiama “PRG”, mentre, a seguito dell’entrata in vigore della nuova legge urbanistica regionale, oggi dovrebbe chiamarsi “PUC”, lascio ai lettori intelligenti il relativo commento. (25 agosto 2006-10:18)





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