MONDRAGONE (CASERTA): DIRETTORE ISITITUTO RELIGIOSO DENUNCIA IN PROCURA SINDACO
Data: Mercoledì, 09 agosto @ 15:39:36 CEST
Argomento: Cittadini e Giustizia




MONDRAGONE – Il nome della strada è paradisiaco, viale Madonna di Fatima, ma chi è costretto ad attraversarlo per raggiungere una chiesa ed un istituto religioso con annessa scuola dell’infanzia ed un istituto per minori, soffre le «pene dell’inferno». Mentre il litorale si popola man mano di turisti e pendolari in cerca di un po’di refrigerio sulle spiagge o per trascorrere qualche giorno di ferie sulla fascia domizia, c’è chi invece a Pescopagano – popoloso quartiere di Mondragone con un migliaio di villini sparsi a Sud della cittadina – già si preoccupa di come trascorrerà il prossimo inverno in attesa di una risposta dalla locale amministrazione comunale ma anche della Procura sammaritana, a causa dell’assenza di una strada di collegamento invocata da tempo e mai realizzata. Disagi di cittadini, genitori, bambini di un istituto per minori, quelli di una scuola per l’infanzia e parrocchiani spesso costretti a fare marcia indietro a causa di voragini, pozze d’acqua e altri ostacoli che impediscono l’accesso in viale Madonna di Fatima. Un viale che porta all’istituto «Stella degli Angeli», sezione dell’associazione pubblica diocesana della «Piccola Casetta di Nazareth» di Casapesenna, diretta da Franco Leone, già parroco della vicina chiesa di San Gaetano Thiene. Il sacerdote, dopo tante richieste e proteste, è stato costretto a formalizzare una denuncia penale «con ossequi e benedizioni» presentata qualche mese al quarto piano di Palazzo di Giustizia. Nella struttura religiosa domiziana, soprattutto d’inverno, c’è un movimento di oltre 150 persone tra genitori, bambini, addetti ai lavori ed esterni, per i quali arrivare sul posto è una vera e propria incognita. Per non parlare delle centinaia di parrocchiani che sabato e domenica frequentano la chiesa. Prima della denuncia non sono certo mancate richieste formali e per iscritto indirizzate al sindaco di Mondragone, ma risposte non sono mai arrivate. Per dovere di cronaca va detto che l’amministrazione sostiene che si tratta di aree private e quindi non è possibile intervenire. «Noi sosteniamo il principio della pubblica utilità – afferma don Franco Leone – anche perché tale situazione espone tutta la comunità, i residenti e chi vi fruisce, a notevoli rischi e pericoli». I legali di don Franco, inoltre, si riservano anche azioni di ristoro nei confronti del comune per i danni già prodotti e per quelli a seguire. In particolare, il direttore dell’Istituto lamenta l’assenza di deflussi e scoli d’acqua lungo i viali per cui a volte, utenti e fedeli sono impossibilitati a raggiungere la struttura anche con le automobili oltre che a piedi o con ciclomotori e biciclette. Don Franco ha anche presentato alla magistratura una petizione con 150 firme di residenti accompagnata da una nota che il parroco conclude così: «Con la speranza di un atto di giustizia in favore di una zona del comune di Mondragone i cui abitanti un questi mesi, tra l’altro, versano nella casse comunali circa cinque miliardi di vecchie lire per il condono edilizio». (9 agosto 2006-15.40)





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