CASERTA: L'EURODEPUTATO VENTRE PROPONE CONSIGLIO COMUNALE PER IMMIGRATI
Data: Venerdì, 04 agosto @ 20:13:30 CEST
Argomento: Enti e Comuni




Un consiglio comunale degli immigrati per garantire loro una migliore vivibilità nella città capoluogo di provincia e, allo stesso tempo, per cercare, nei casi possibili, di regolarizzare le posizioni degli innumerevoli clandestini che circolano in città o che potrebbero, tra non molto, giungervi sospinti da fame e disperazione totale. E’ questa la proposta dell’onorevole Ventre che, quando ricopriva la carica di presidente della Provincia, aveva già istituito un consiglio provinciale degli immigrati con regolari elezioni e susseguenti nomine rappresentative. “In questi giorni si parla di una mega sbarco di decine e decine di migliaia di profughi in arrivo in Italia dalla Libia – spiega l’europarlamentare – per cui è facile intuire che parte di costoro giungerà anche in Terra di Lavoro e nella città capoluogo. Ragion per cui noi tutti, politici e semplici cittadini, abbiamo il dovere sociale e cristiano di preparaci ad accoglierli come meglio possiamo. Naturalmente, questa nostro solidarietà , non può farci porre sullo stesso piano gli immigrati regolari con quelli irregolari che sopravvivono nelle nostre zone. Piuttosto, un consiglio comunale casertano degli immigrati potrebbe essere molto utile affinché si individuino, anche e soprattutto con la compartecipazione degli stessi, delle proposte finalizzate a una loro migliore integrazione sociale e alle loro migliori condizioni di vita”. Sempre a parere dell’onorevole Ventre, poi, è da apprezzare una dichiarazione rilasciata dal sindaco di Lampedusa secondo il cui parere l’emergenza causata dallo sbarco dei migranti è un problema non solo italiano, bensì deve essere affrontata dall’Unione Europea. “Concordo con quanto affermato dal primo cittadino – aggiunge l’onorevole Ventre – ma questa sua intelligente e mirata affermazione non può esimerci da due considerazioni di fondo. La prima è che molto di quanto sta accadendo è imputabile ai paesi cosiddetti civili che hanno sfruttato le ricchezze di questi popoli ora affamati e privi di ogni prospettiva futura. La seconda è che, comunque, i singoli cittadini non dovrebbero alimentare le illusioni di questi uomini e di queste donne, soprattutto non continuando ad offrire loro solo lavoro nero senza alcuna garanzia di futuro e ponendoli, ipso facto, in condizioni di vita che definire miserabili è quasi un eufemismo. Molto meglio, a mio avviso, sarebbe cercare di controllare il flusso di ingresso degli immigrati e cercare di limitare lo stesso a coloro i quali si può garantire lavoro certo e condizioni di vivibilità per lo meno dignitose”. (4 agosto 2006-20:10)





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