CASERTA, CASO CHINAGLIA: IN UNGHERIA 21 MLN DI DOLLARI DI BENI DI DIANA
Data: Venerdì, 05 maggio @ 18:20:00 CEST
Argomento: Cronaca




E' esistito oppure no un tentativo della camorra di riciclare denaro sporco attraverso l'acquisizione della Lazio? Un progetto nel quale l'ex campione biancoceleste Giorgio Chinaglia avrebbe avuto un ruolo importante, da promotore della scalata alla società calcistica, fallita per il rifiuto opposto dalla attuale dirigenza. Ed era consapevole l'ex calciatore che si trattava di un'operazione dai tanti lati oscuri? Sono i principali interrogativi ai quali i pm della Dda di Napoli, Raffaele Cantone e Alessandro Milita, stanno cercando di dare una risposta. I magistrati hanno affidato oggi alla Guardia di Finanza l' esecuzione di quattro decreti di perquisizione, destinatari Giorgio Chinaglia (indiziato per riciclaggio aggravato dall' articolo 7, ovvero dall'aver agevolato l'attività di un clan), i promoter finanziari Carlo Guido Di Cosimo e Giancarlo Benedetti (indagati per lo stesso reato), e l'imprenditore casertano Giuseppe Diana, titolare di diverse aziende per la vendita di gas gpl, indagato per associazione camorristica e estorsione e ritenuto elemento chiave dell'inchiesta. Questa la ricostruzione della vicenda da parte della Dda di Napoli. Diana avrebbe avuto la disponibilità in Ungheria di oltre 21 milioni di dollari. Una somma apparsa sproporzionata in relazione alle attività imprenditoriali dell'imprenditore casertano. I magistrati ritengono che quel denaro investito in Ungheria sia collegato ai legami che Diana avrebbe avuto con esponenti del gruppo di Mondragone del potente clan dei Casalesi. Legami con la "famiglia" Fragnoli che si riferirebbero in particolare alla società "Eco 4 spa", affidataria della raccolta di rifiuti sul litorale domizio. Diana avrebbe tentato di reintrodurre in Italia l'ingente somma, attraverso fittizie operazioni di investimento che potessero in qualche modo giustificare l'arrivo di una forte disponibilità di denaro. Per tale operazione sarebbero stati coinvolti due professionisti, Di Cosimo e Benedetti, ai quali Diana avrebbero affidato l'incarico. A tale scopo i due promoter avrebbero avuto come punto di riferimento un finanziere ungherese, Zoltan Szilvas. In un primo momento gli indagati avrebbero individuato nel Lanciano (squadra che milita nel campionato di serie C1 girone B) la società che avrebbe dovuto servire per l' operazione di rientro. E' a questo punto che entrerebbe in gioco Chinaglia, che ebbe l'incarico di "formale acquirente", come sottolineano i pm. Una operazione non andata in porto. Gli inquirenti hanno notato che i nomi di Chinaglia, dei due promotori e dell'ungherese sono gli stessi che compaiono successivamente nel tentativo di scalata alla Lazioni. Anche la somma proposta per l'acquisto (pare 24 milioni) appare vicina alla quantità di denaro attribuita alla disponibilità di Diana. Per i magistrati è da ritenersi "del tutto probabile" quindi che la somma che si intendeva utilizzare per acquisire la Lazio derivava dal patrimonio "illecito" dell'imprenditore casertano.(5 maggio 2006-18:20)





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