VATICANO: TANTI GIOVANI DI CASERTA A FESTEGGIARE IL PAPA
Data: Mercoledì, 19 aprile @ 20:31:47 CEST
Argomento: Religione




Non sarà il Papa dei gesti eclatanti, avrà pure una sua misura sobria ed essenziale, con un impatto "mediatico" sicuramente meno dirompente del suo predecessore: ma alle decine e decine di migliaia di fedeli che oggi in Piazza San Pietro festeggiavano il suo primo anniversario di pontificato, Benedetto XVI va bene così. Il clima era analogo a quello dei grandi eventi giubilari, con la distesa dei fedeli nell'abbraccio del colonnato berniniano: cori, bandiere, striscioni di ogni forma e colore (enorme uno con la scritta "Grazie Benedetto", su di un altro campeggiava persino lo stemma di Superman), grida di "buon compleanno" e "buon anniversario" in tutte le lingue, gruppi che aspettano di essere nominati dai cerimonieri solo per esplodere in ovazioni di saluto indirizzate al Papa. "Quello che mi piace di questo Papa - dice Elisabetta, ragazza della provincia di Caserta - è il suo mettere continuamente l'accento sulla 'gioia'. Questo ci dà l'idea di una fede da vivere come un grande arricchimento, non certo come una limitazione nei comportamenti". Per la sua amica Giorgia, che nell'agosto scorso era stata anche alla Gmg di Colonia, "ha una semplicità e una bonarietà, nonostante la sua autorevolezza di grande teologo, che ci fa pensare a lui quasi come una persona di famiglia". Don Pietro, che oggi guidava un gruppo parrocchiale proveniente dal Padovano, vede nei continui richiami alla pace uno dei grandi filoni del pontificato. "Il panorama internazionale provoca preoccupazioni che crescono ogni giorno - commenta - e i ripetuti appelli di Benedetto XVI al dialogo, la sua condanna al terrorismo, i suoi moniti contro la violenza da non opporre mai alla violenza, rappresentano veramente una fiammella di speranza accesa nel buio. Speriamo che la sua voce venga ascoltata". Ognuno sottolinea che Benedetto non è un Papa da cui attendersi comportamenti accattivanti, fatti per strizzare l'occhio alle folle. "E' tedesco fino al midollo - rileva Piergiorgio, giovane seminarista ligure - ma anche la sua grande preparazione teorica, il suo tratto di autorevole teologo, non gli impedisce di parlare al cuore della gente con naturalezza e semplicità. E poi è capace di affrontare le grandi verità con parole di forte lucidità, che sembrano quasi scolpite. A volte le sue catechesi, i discorsi in occasione dell'Angelus, le omelie delle celebrazioni solenni toccano il valore di testi letterari". Molti apprezzano anche il senso della continuità col predecessore Giovanni Paolo II. "Lo ricorda ogni volta che ne ha l'occasione e questo mi piace molto - sottolinea Sara, venuta qui dalla provincia di Ferrara con i suoi due bambini -. Io sono qui sia per l'udienza di Benedetto XVI che per la visita alla tomba di Wojtyla. Giovanni Paolo II è stato il nostro Papa, quello che ha segnato un'epoca: raccogliere un'eredità così grande non era facile, ma l'attuale Pontefice doveva farlo con saggezza prima di dare un'impronta personale al suo papato". "Il segnale più importante che ci ha dato - sottolinea Carlo, che è qui con un gruppo parrocchiale dalla provincia di Pavia - è nel titolo stesso della sua enciclica, 'Dio e' amoré: c'era un messaggio più forte per rimettere in campo i valori della verità cristiana? Questo Papa ha sicuramente tanto da dirci: siamo qui per ascoltarlo".(19 aprile 2006-20:31)





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