CASERTA, RIFIUTI: GEOECO PEGGIO DELL'ACSA CE 3. C'E' UNA DENUNCIA
Data: Sabato, 21 maggio @ 19:53:08 CEST
Argomento: Ambiente




Arriva una denuncia dai lavoratori del Geoeco che criticano la gestione della Spa. Da quanto si legge, alcuni particolari assomigliano alle questioni sollevate da alcune settimane all'interno del consorzio Ce3. Ecco il testo della comunicazione. I lavoratori, si riservano addirittura di ricorrere al Prefetto e alla magistratura
"I sottoscritti lavoratori del Consorzio GeoEco SpA, all’esito d ampia quanto responsabile discussione assembleare hanno condiviso e concordato le seguenti osservazioni e conclusioni: il Consorzio GeoEco SpA ha costituito, da sempre, un esempio nel panorama della nostra Regione. Infatti, esso ha dimostrato che anche nella nostra realtà geo-politica, le aziende pubbliche possono svolgere un ruolo imprenditoriale capace di conciliare lo svolgimento di un corretto servizio con l’utile di impresa. Forti di tale consapevolezza, il nostro Consorzio è stato il primo a trasformarsi in SpA ritenendo necessario dotarsi di un agile modello societario che ancor di più avrebbe dovuto porci in maniera competitiva, anche in termini di qualità, sul mercato dei servizi pubblici. Per vicende che attengono alla “politica”, dall’inizio del 2004 il Consorzio ha registrato un rallentamento nella propria azione e, soprattutto ha cominciato a registrare confusione nei ruoli e negli assetti aziendali. Tanto ha fatto sì che l’insediamento del nuovo C.d.A. venisse salutato dai lavoratori con vivo interesse specie per le dichiarazioni del C.d.A. di porre, quale priorità da perseguire per l’immediato rilancio di un’azienda ancora sana, la elaborazione di un moderno piano industriale che, sin da subito, permettesse il raggiungimento dell’equilibrio economico e che, medio tempore, avrebbe visto crescere le attività ed i settori di interesse aziendale. Il tutto anche mediante una politica di riduzione dei costi. A distanza di oramai otto mesi dall’insediamento siamo costretti, invece, a prendere atto di una situazione preoccupante se non addirittura allarmante in termini di prospettive e, quindi, in termini di garanzia dei livelli occupazionali. La nuova gestione aziendale è stata appesantita da consulenze ed incarichi elargiti in assenza di un qualsivoglia disegno o prospettiva predefinita. Incarichi che si sono accompagnati ad un sostanziale svuotamento delle figure lavorative preesistenti o, quanto meno, ad una confusione di compiti, funzioni e ruoli. A ciò si aggiunga il continuo e non sempre comprensibile utilizzo di lavoratori con contratti a somministrazione, nonché l’assunzione di spese al di fuori di ogni logica di budget, anzi in assenza del budget che ancora non è stato elaborato. Il disagio è stato analiticamente rappresentato nella nota prot.4537 del 16/05/05 redatta dagli uffici amministrativi dalla quale si evince che esiste un marcato squilibrio finanziario ed economico. Squilibrio che assume un carattere strutturale che sotto l’aspetto finanziario, in considerazione della sua rilevanza, ci condurrebbe, se non immediatamente corretto, ad uno stato di insolvenza già nel prossimo futuro. Sotto l’aspetto economico la proiezione negativa porta, invece, una previsione di perdita di circa 3 milioni di euro al 31/12/05. Perdita che si aggiunge a quella di oltre un milione maturata nell’esercizio finanziario 2004 e che non ha copertura nelle riserve appostate a bilancio e, quindi, impone ai fini della sopravvivenza dell’azienda l’alternativa tra una improbabile ricapitalizzazione e lo scioglimento, sempre che nel frattempo non intervenga istanza di fallimento da parte di uno dei molteplici creditori. Tanto impone un’immediata inversione di rotta per cui i sottoscritti lavoratori chiedono che il Presidente ed il C.d.A. sottopongano ai lavoratori un piano industriale che consenta il risanamento ed il rilancio dell’impresa. Allo stesso tempo chiedono che venga sottoposto il budget per l’anno in corso e per il biennio successivo. Nel contempo diffidano Il Presidente ed i componenti del C.d.A. dal compiere, nelle more della elaborazione degli atti sopra richiesti, assunzioni e/o atti che possano comportare spese ulteriori e comunque spese non strettamente connesse all’essenziale funzionamento della società. Allo scopo concedono per l’elaborazione del piano industriale e del budget, il perentorio termine di quindici giorni dalla presente che vale anche quale proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori. Espressamente significano che in mancanza, oltre all’azione di sciopero, si procederà a rimettere la problematica denunciata al Prefetto di Caserta non escludendo, nel caso di ulteriore mancata risposta, il ricorso all’autorità giudiziaria per ogni e più opportuna azione a difesa del sacrosanto diritto al posto di lavoro."





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=3558