CASERTA, ELEZIONI. BATTARRA ALLA CDL: 'SLOGAN CON ERRORE DI COMUNICAZIONE'
Data: Sabato, 29 gennaio @ 22:39:29 CET
Argomento: Politica


Di seguito un comunicato del consigliere comunale Ds Enzo Battarra esperto di comunicazione visiva



È ormai tempo di campagna elettorale. E inizia anche la corsa alla Presidenza della Provincia di Caserta. In ritardo il centro-sinistra, questo è vero. Subito in campo, invece, la Casa delle Libertà con il suo candidato presidente. Ecco allora comparire il suo viso su billboard, ovvero i maximanifesti di tre metri per sei, affissi anche nel capoluogo. È sua la prima mossa, peccato però che sia subito incorso in un clamoroso errore di comunicazione. Fare la prima mossa è un vantaggio, ma sbagliarla è il prologo di una propaganda tutta in salita. Che succede! Un candidato del Polo delle Libertà, uomo di spicco di Forza Italia, pertanto sostenitore del libero arbitrio e delle leggi della concorrenza, propone lo slogan “Da sempre vicino alla gente”. Ma chi gli ha proposto questa mortificante frase si è reso conto di che significa “gente”? La definizione è tratta dal Dizionario della lingua italiana Devoto – Oli 2004/2005: “insieme di persone comprese in una generica valutazione quantitativa o qualitativa espressa o sottintesa”, oppure “stirpe, nazione, popolo”. L’idea di “valutazione generica” intrinseca al termine “gente”, usato nello slogan elettorale, non è molto apprezzata, generalmente, nel mondo occidentale contemporaneo. Certo, per i latini la “gens” indicava la famiglia, dunque la stirpe, quindi poteva essere una sorta di marchio di pregio. Ma, con la caduta dei titoli nobiliari, “gens”, nel suo corrispettivo italiano gente, ha assunto un significato spregiativo, riferendosi a un popolo disposto e destinato ad essere sopraffatta. Il termine “popolo” va qui interpretato nell’accezione usata da tutti i capi di regimi più o meno dittatoriali, dalla civiltà assiro-babilonese fino ai giorni nostri, per indicare una massa di persone che non può far altro che sottostare al suo volere. Assistiamo, quindi, alla più completa depersonalizzazione. Altro significato avrebbero avuto i termini “persone” o ancora meglio “cittadini”. Si capisce che il candidato del centro-destra abbia difficoltà ad usare il termine “casertani”, non sentendosi probabilmente inserito in tale comunità. Infatti, nello slogan non c’è nessun riferimento alla parola “Caserta”. Sembra poco? Nel contesto attuale ai pubblicitari più accurati non verrebbe mai in mente di massificare l’individuo. Dopo tutto, la pubblicità è il miglior esempio di linguaggio strutturato in funzione del destinatario, chiamato anche “funzione conativa” dal celebre linguista Roman Jakobson. La funzione è conativa perché appunto opera il tentativo di persuadere le persone a comprare tale o tal’altro prodotto. Ora, bene o male, tutti ci mostriamo anticonformisti, e, in ogni caso, tentiamo di esaltare la nostra propria personalità. Quindi qualunque uso di “voi” (inteso come ”voi, gente”) negli slogan pubblicitari, avrebbe un effetto tutt’altro che accattivante verso il pubblico, perché nessuno vorrebbe mai andare ad una festa ed avere lo stesso vestito di un altro invitato. Questo discorso, invece, trionferebbe in Cina, dove la società è ancora improntata sullo stampo comunista. Infatti i cinesi amano sentirsi come un’unica entità, il popolo. Anzi, se un’azienda mette in commercio il prodotto giusto al momento giusto può star certa di venderlo a tutti i cinesi, salvo quelli che non possono permetterselo. Ora, se ci troviamo di fronte ad una persona che, elevandosi sui maximanifesti, distaccandosi completamente dalla comunità, che chiama “gente”, cui sta “vicino” ma non “insieme”, possiamo formulare due possibili ipotesi: o questo individuo fonda la propria politica sul modello comunista cinese, oppure si mette un gradino al di sopra dei suoi elettori. Alleluia, brava gente!





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