Racket, usura e camorra: tutti assolti i 13 denunciati dal casaro Battaglia
Data: Venerdì, 26 aprile @ 15:04:49 CEST
Argomento: Cittadini e Giustizia


Santa Maria Capua Vetere, 26 aprile 2024 - In quasi 20 anni sono stati tutti assolti in tre processi i 13 denunciati (anche personaggi ritenuti legati a clan camorristici) dall’imprenditore casertano Roberto Battaglia che si è reso nel tempo anche protagonista di proteste legate finanche alla revoca della scorta che gli tolsero dieci anni fa: anche in questo caso ricorse al Tar lamentando di essere una vittima di estorsori ed usurai. L’ultima sentenza ha dato però torto per l’ennesima volta all’imprenditore caseario emerso negli anni a paladino anticlan: sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste per il primo capo tutti gli imputati: per tre di essi il secondo capo di imputazione che parlava di estorsione aggravata dalla camorra è stato derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e quindi tecnicamente prescritto in quanto è caduta anche l’accusa di camorra. Insomma denunce che sembrano essere strumentali dopo le decisioni finanche della Cassazione e le dichiarazioni di un pentito, tale Massimiliano Caterino, il quale raccontò di rapporti di frequentazioni strette tra la vittima, alcuni fratelli del boss Zagaria ed il padre di questi ultimi oltre che di una presenza di Battaglia come invitato ad un matrimonio degli esponenti della cosca. L’ultima assoluzione è arrivata il 23 aprile scorso a fronte di tre richieste di condanne e una di assoluzione che aveva avanzato la pubblica accusa. Si trattava di uno dei processi più vecchi in carico al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che vedeva alla sbarra i quattro imputati assolti ieri: Tommaso Grandinetti un ex perito assicurativo; Michele Altarelli, ex infermiere; Luigi Schiavone e Giuseppe D’Anna che erano ritenuti vicino al clan dei Casalesi accusati a vario titolo di usura ed estorsione aggravata dal favoreggiamento camorristico. Per tre persone, Altarelli, Schiavone e D’Anna il pubblico ministero antimafia Valentina Santoro aveva chiesto dai sette agli otto anni ciascuno ma i giudici di Santa Maria Capua Vetere (presidente Sergio Enea) ha mandato assolti tutti gli imputati perché il fatto non sussiste derubricando un secondo capo che ad oggi risulta prescritto. Le denunce di Battaglia, sia contro usurai che camorristi che lo avrebbero minacciato, hanno fatto nascere inchieste e avviare processi finiti tutti con le assoluzioni: imprenditore caseario e titolare di un’azienda bufalina con attività tra Caiazzo, Pontelatone e attività a Capua, aveva confermato in aula le accuse contro gli imputati che aveva precedentemente denunciato. I fatti, risalgono al decennio 1998-2008, periodo in cui la famiglia dell'imprenditore si trovava in una situazione debitoria nei confronti di alcune banche per un prestito di 50 mila euro come acconto sull'acquisto della sede dell'Agenzia di viaggi Battaglia, mai perfezionato a causa del pignoramento delle banche. L'imprenditore non riusciva a ottenere finanziamenti dagli istituti di credito, necessari per proseguire l'attività nel settore zootecnico, nonostante avesse denunciato i suoi usurai finendo – secondo l’accusa - vittima di tre estorsori che gli avevano chiesto un tasso del 300 per cento per un prestito di 100 mila euro.

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