LICEO MANZONI DI CASERTA: UNA PROF. DI SINISTRA REPLICA AD ACCUSE REPRESSIONE
Data: Mercoledì, 19 ottobre @ 19:17:43 CEST
Argomento: Scuola


Pubblichiamo una lettera aperta di una professoressa del Liceo A. Manzoni di Caserta a firma della docente Alessandra Natale che replica alle accuse mosse da un genitore su un presunto modus operandi di 'scuola di polizia senza democrazia' della dirigenza Vairo e il suo team di docenti



CASERTA, 19 OTTOBRE 2011 Casertasette) - Ho deciso di scrivere questa lettera, prima che come docente, come cittadina dalle dichiarate idee di sinistra. Come tutti i giorni, ogni mattina, tra il traffico delle auto, il rumore dei clacson per le vie, i motorini che sfrecciano, gli autobus in coda, arrivo trafelata a scuola al suono della campanella, che ci catapulta (alunni e docenti) in classe, per iniziare una nuova giornata di scuola. Tra le spiegazioni, compiti, interrogazioni, verifiche varie, merende, intervalli, tra le risate e le corse nei corridoi, le ore passano veloci. Un giorno, uno dopo l’altro, una settimana, un mese, un anno, e così via. Il tempo scorre inesorabile, gli alunni si diplomano e noi prof, lì, con i registri in mano, con pile di libri interminabili, di corsa, affannati e sempre di fretta. Questo ogni anno. Ma quest’anno qualcosa di nuovo è successo (almeno per me). Arrivo una mattina, come tutti i giorni, a scuola e vedo sul cancello esterno, affisso all’entrata principale, uno striscione enorme, che reca la scritta: “Contro la scuola di polizia, vogliamo la democrazia”. All’inizio m’è sembrata una “ragazzata” e non ci ho pensato più. Qualche giorno prima, però, un altro fatto strano s’era verificato. Su un giornale locale, sbattuta sulla prima pagina, c’era una foto che riprendeva il cancello principale del nostro Liceo coperto da un sigillo. E niente ancora presagiva il peggio che di lì a poco sarebbe accaduto. Dopo qualche giorno, infatti, apprendo con rammarico e dispiacere da una lunga lettera di un papà, pubblicata per intero su un giornale on line, che noi prof. del “Manzoni” abbiamo addirittura dei metodi “repressivi”. “Questa è bella”: mi son detta! Certo, tra quasi duecento docenti ci sarà purtroppo qualcuno che ha metodi poco, per così’ dire, “ortodossi”, per nulla condivisibili e giustificabili, sicuramente deprecabili, da condannare fermamente e duramente. Sempre. In ogni caso. In ogni modo. Specialmente da Adele Vairo. Faccio parte di quello “stuolo di collaboratori” (ahimè, della “famigerata”, appunto, preside Vairo), che “da troppo tempo ormai non respira più quell’ odore dolce di primavera” che si gode, quando si partecipa ad una manifestazione di piazza. Mi viene in mente il dolce olezzo che si respira in questi giorni in città! Forse nessuno tanto solerte ancora se ne è accorto! (Manifestare per l’immondizia, no vero?). Noi prof. del “Manzoni”, in linea con la Dirigenza Vairo, prevediamo un “trattamento” speciale per le assenze collettive e per ogni forma di lotta studentesca, abusiamo notevolmente del nostro ruolo, infine, -continua la missiva- non da ultimo, forti delle nostre scarse conoscenze giuridiche, sanzioniamo, attraverso dichiarate azioni intimidatorie, il diritto a manifestare dei nostri ragazzi. (I nostri ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione sono stati poi giustificati in presenza dai genitori. Non sembra questa cosa grave. Garantisce, a nostro parere, e gli alunni e le famiglie). Mio Dio! Faccio parte di questa risma e non me ne sono mai accorta? Io, così aperta alle idee democratiche, aperta ad ogni forma di dialogo, aperta alla tolleranza. Di lì a pochi giorni esce pubblicata su varie testate giornalistiche locali una lettera firmata dal comitato studentesco del nostro Liceo, che, volontariamente, ha voluto manifestare il proprio dissenso in seguito agli ultimi strani accadimenti, che hanno visto coinvolto la nostra scuola. Ecco cosa scrivono i nostri ragazzi (ne riporto qualche stralcio): “Negli ultimi giorni il liceo “Manzoni” è stato oggetto di calunnie, provenienti da persone, che, non sapendolo, sono diventate burattini nelle mani di chi voleva ingiustamente attaccare la nostra dirigente, dott.ssa Adele Vairo. (…) Si, è proprio così, siamo stati accusati di aver adottato nel nostro liceo uno status di polizia. Ma è proprio vero? Da alunno soddisfatto quale sono (e giuro non sono l’unico ad esserlo!) e, soprattutto, da persona che vive bene l'ambiente scolastico, mi sento in dovere di smentire queste assurde dicerie. (…) La dirigente dott. ssa A. Vairo si è inserita nel nostro liceo in un momento di grande crisi, ma con la sua tenacia, e sopratutto con il suo modus operandi, del tutto nuovo per il liceo “Manzoni”, è riuscita ad infondere nuova fiducia negli studenti, non più considerati come numero, ma come persone, ascoltate e sostenute”. Ecco, poniamo l’attenzione su queste due ultime parole: “ascoltate e sostenute”. Si, è vero, la Vairo ascolta tutti. Riceve sempre, e quando vogliono, tutti i genitori. E non solo. Il dialogo è di casa nel nostro Liceo. Forse non a tutti è arrivata questa notizia. E questo sinceramente dispiace. Soprattutto dispiace a chi è attento alla sensibilità ed alle esigenze dei nostri ragazzi, peculiarità della dirigenza Vairo, appunto. Peccato non capire questo. Peccato non cogliere questa occasione. P.S. Perché non rivolgere cotanta solerzia verso dilemmi non meno importanti, che affliggono tantissimo la nostra bella città? Un invito sincero a focalizzare i problemi là dove veramente esistono. Grazie.
(firmato Alessandra Natale, docente - Referente Rassegna Stampa).





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