FIGLIE DI OPERAIO MORTO A CAPUA RACCONTANO QUELLA MATTINA A CANALE 5
Data: Mercoledì, 15 settembre @ 13:49:07 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 15 SETTEMBRE 2010 - "Quella mattina nostro padre non voleva andare a lavoro, non se lo sentiva. Era sabato e voleva stare con noi in famiglia. Faceva quel lavoro da 30 anni, ma sempre allo sbaraglio, senza cautela. Gli operai chiedevano più sicurezza al loro dirigente". E' la testimonianza, ai microfoni di 'Mattino Cinque', su Canale 5, di Carmela e Stefania Cecere, figle di Giuseppe, l'operaio che, con i colleghi Antonio Di Matteo e Vincenzo Musso, è morto lo scorso 11 settembre per asfissia da silos mentre puliva una cisterna a Capua (Caserta). "Nostro padre non doveva essere là perché quello non era il suo lavoro: lui faceva il muratore e non era esperto di silos e di sostanze chimiche. In 30 anni di lavoro è sempre stato trattato male, non ha mai avuto un giorno di ferie per riposarsi; non ha mai visto il mare perché doveva lavorare ogni giorno per riuscire ad andare avanti. Hanno ucciso nostro padre e lo hanno trattato come un animale. Quando tornava a casa - hanno sottolineato - era sempre nervoso. Ed è morto per solo mille euro al mese. Non abbiamo più niente, ci hanno svuotato. Io credo nella giustizia, perciò aiutateci perché siamo soli contro tutti e non ce la facciamo. Ce lo hanno strappato via e se siamo qui oggi è solo perché venga fatta giustizia".

Follow Casertasette on Twitter







Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=19958