LAVORO NERO: AL SUD SEMPRE PEGGIO (SECONDO STUDIO DI BANKITALIA)
Data: Domenica, 27 luglio @ 20:13:42 CEST
Argomento: Economia




Il divario fra regioni settentrionali e aree meridionali in termini di disoccupazione rimane in Italia ancora molto elevato, ma il vero cuneo che divide il mercato del lavoro nel Mezzogiorno rispetto al resto del paese è quello del lavoro nero. Le note sull'andamento dell'economia nelle regioni italiane stilate dalla Banca d'Italia, che fanno riferimento anche a dati Svimez, parlano chiaro: in Campania, Calabria e Sicilia il numero dei lavoratori irregolari resta elevatissimo, pari (e in alcuni casi oltre) a un quarto dell'intera popolazione occupata. E' il caso della Sicilia dove la Banca d'Italia rileva "una crescente diffusione di forme di lavoro irregolare, che coinvolgono quasi un quarto dell'occupazione regionale complessiva, toccando livelli particolarmente elevati nell'agricoltura e nelle costruzioni". Un fenomeno reso ancor più drammatico se combinato con le rilevazioni riguardanti la disoccupazione giovanile che - precisano gli economisti della Banca centrale - è sempre stata molto elevata e nell'ultimo decennio non è mai scesa sotto al 40%, con un picco massimo nel 1998, quando quasi la metà della forza lavoro dell'isola fino a 29 anni si dichiarava disoccupata. Una fotografia non molto dissimile da quella della Campania dove l'incidenza degli occupati irregolari sul totale delle unità di lavoro, che aveva raggiunto un massimo pari al 26% nel 1998 "é lievemente calata nel triennio successivo scendendo al 25,3% nel 2001". "Il calo rilevato nei comparti dell'industria in senso stretto e delle costruzioni - si legge nelle note sull'andamento dell'economia in Campania - è stato parzialmente compensato dalla crescita del tasso di irregolarità in agricoltura e nei servizi". Il triste primato del lavoro nero, tema caro al Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, che più volte in occasioni ufficiali ha indicato proprio l'emersione degli irregolari come una delle leve per rilanciare il potenziale del mezzogiorno, spetta alla Calabria. Nel 2001, secondo dati Svimez citati nel rapporto della Banca centrale, la Calabria "presentava il più alto tasso di irregolarità d'Italia, con circa tre lavoratori irregolari per ogni dieci" rispetto ad una media nazionale valutabile intorno ad 1,5. Meno drammatico sembra il check-up della Puglia effettuato sul fronte lavoro dai tecnici della Banca centrale, che notano comunque come "l'incidenza della disoccupazione di lunga durata sul totale degli individui alla ricerca del lavoro è cresciuta di oltre 2 punti percentuali, portandosi al 65,5%. Nonostante negli ultimi anni la riduzione del numero di persone in cerca di lavoro abbia segnalato un miglioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro - aggiungono però i tecnici - si è tuttavia ridotta la probabilità di trovare un impiego per coloro che sperimentano lunghi periodi di disoccupazione".





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