SHOPPING A CASERTA CON BANCOMAT SMARRITO: CONDANNATA POLIZIOTTA
Data: Venerdì, 19 giugno @ 18:53:07 CEST
Argomento: Giudiziaria




SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta, 18 giugno 2009) - Era accusata di peculato, sostituzione di persona e utilizzo indebito di carta bancomat. Rischiava fino a 10 anni di carcere Anna Riccio, 45 anni, agente di polizia in servizio presso la Questura di Napoli ma residente nel capoluogo. Il pomeriggio del 13 maggio del 2008 nel tornare da Napoli con un pullman aveva notato che un ragazzo consegnava all’autista un portafoglio smarrito. La Riccio si presentava quindi all’autista quale agente di polizia, fornendo il falso nome della Dott.ssa Gonzales, esibiva il proprio tesserino chiedendo il portafoglio in custodia, riferendo che il proprietario (Raiola Giuseppe di San Marco Evangelista) lo avrebbe potuto recuperare presso la Questura di Caserta. In effetti il proprietario del portafoglio, assunte le notizie sulla custodia dello stesso da parte di personale di P.S., si recava presso la Questura di Caserta e lì richiedeva della Dott.ssa Gonzales: il piantone della Questura però gli riferiva che la Gonzales non era più presso quegli uffici ma presso il Commissariato di P.S. di S. Maria C.V. Sgomento, il Raiola, si vedeva costretto a bloccare la propria carta bancomat. Nel frattempo però dalle ore 18:05 alle ore 18:50 l’agente Riccio Anna con il portafoglio del Raiola, si recava presso diversi negozi di Caserta, ed acquistava capi di abbigliamento per signora e per bambini, utilizzando la carta-bancomat del Raiola, ed effettuava anche un prelevamento in contanti di €uro 250. Oggi il pm Persico ha chiesto la condanna dell’imputata per tutti i reati, compreso il delitto di peculato, mentre il difensore, l'avvocato penalista Alberto Martucci, ha chiesto in via principale l’assoluzione ed in linea subordinata la derubricazione in truffa. Il Tribunale di S. Maria C.V., 2° Sezione, Collegio C, presieduto dal Dott. Pacelli, in adesione alle tesi subordinate del difensore ha derubricato il reato nell’ipotesi meno grave di truffa, ed ha condannato la Riccio a 2 anni e mesi 4 di reclusione.





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