IL DOPO-EUROPEE, UNA SEDE DELLA LEGA A CASERTA: PARLA FERRUCCIO DE BORTOLI
Data: Venerdì, 12 giugno @ 21:41:56 CEST
Argomento: Politica


“Il consenso elettorale ottenuto dalla Lega Nord in provincia di Caserta nelle elezioni europee, ad appena alcuni mesi dalla costituzione della rappresentanza del partito in provincia, ci conforta e convince sulla opportunità di consolidare in modo sempre più incisivo il ricorso al radicamento sul territorio di un movimento che di sicuro riscuoterà ampie adesioni”. Lo afferma il leader dei leghisti in terra di Lavoro, Biagio Savinelli.
“Nel ringraziare quanti hanno dato la loro fiducia al neonato movimento politico provinciale - riprende Savinelli - comunichiamo il persistere dell’impegno e della presenza sul territorio sia per le problematiche comunali che per tutto ciò che concerne la realizzazione di una presenza nelle istituzioni amministrative provinciali e regionali”.
Poi Savinelli fa un annuncio: “Tra poco - anticipa - sarà operativa la sede provinciale della Lega Nord in Caserta, Via Fratelli Rosselli cooperativa Isotta, ove potranno far riferimento quanti intendono attivamente partecipare al consolidamento della presenza politica del partito in provincia di Caserta”.



INTERVISTA A FERRUCCIO DE BORTOLI, DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA - (di Piero Rossano da Il Casertano.it) - “Serve una risposta premiante per chi si comporta bene, rigorosa con chi delinque. Per questo la Lega Nord, che è l’unica forza che dà risposte - anche se in larga parte non condivisibili - sul tema immigrati, prende voti anche a Castel Volturno”. Lo afferma Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera (nella foto con Luca Cordero di Montezemolo), in un colloquio con ilCasertano.it.
“In aree così degradate come il litorale Casertano - riprende de Bortoli dopo l’analisi dei fenomeni più significativi dopo il voto del 6 e 7 giugno -, specie in mancanza di risposte da parte della politica, è normale che attecchiscano fenomeni come il voto di protesta. Sotto questo profilo non mi meraviglia che la Lega abbia raccolto voti anche in alcune zone del Sud”.

Tuttavia il “caso” Castel Volturno presenta lati eclatanti: grazie ad un’associazione ispirata da ragazzi del posto il partito di Bossi è la seconda forza della città dopo il Pdl e assai più avanti del Pd. Cos’altro significa tutto questo?
“A Castel Volturno vi sono stati inquietanti fatti di cronaca legati anche alla presenza di extracomunitari. Si tratta di un territorio che ha particolarmente sofferto gli effetti di una immigrazione indiscriminata e senza regole e l’insofferenza verso tutto questo è sfociata in un netto voto di dissenso accordato all’unica forza che nel Paese sembra oggi occuparsi della questione immigrazione. Ma ripeto, anche attraverso discutibili iniziative”.
Come reputi allora le politiche di Pd e Pdl sull’argomento?
“Insufficienti, balbettanti. Se chiedi ad un qualsiasi cittadino italiano di rappresentare il pensiero di Pdl e Pd sulla regolamentazione dei flussi di immigrazione, sulla questione sicurezza, sul nodo dei rimpatri, magari non ti risponde nemmeno perché non ha le idee chiare in merito. Ma se gli chiedi cosa ne pensa la Lega di tutto questo di getto ti dice che i leghisti pensano che non debbano proprio arrivare, gli immigrati, e che quelli che oggi sono in Italia debbano essere rispediti nei loro rispettivi Paesi. Chiaro no?”.
Chiarissimo. Ma sul fenomeno ci dovrà pur essere una via d’uscita
“E dovrà essere una via di mezzo, qualcosa che occupi una posizione mediana tra l’intransigenza della Lega e l’indiscriminata apertura delle frontiere che è predicata da una certa sinistra. Il problema è serio ed è tutta l’Europa che è in ritardo. Il caso di Castel Volturno è un tipico episodio frutto della paura di rimanere vittime di arretratezza e degrado. Ma le paure, anche quelle più irrazionali, se ci sono vanno tenute in debito conto ed affrontate”.
In definitiva, direttore?
“Ci vuole una risposta, seria e ferma, e ci vuole a livello europeo. Una risposta premiante per quanti risiedono sul nostro territorio, che si sono integrati, che sono entrati nel ciclo produttivo e che si comportano bene; ed una risposta altrettanto ferma e rigorosa per chi delinque ma sempre nell’ambito delle leggi e mai sull’onda emotiva, come spesso accade da noi, determinata da fatti di cronaca”.
Direttore, che futuro hanno i giornali? La crisi che investe l’editoria sta determinando piani di ristrutturazione lacrime e sangue a causa dei mancati introiti della pubblicità, certificati in questo primo semestre tra il 25 ed il 30 per cento in meno rispetto al 2008.
“Il cambiamento cui andiamo incontro sarà inevitabile. La sfida sarà quella di non subirlo ma di provare a governarlo. Intanto, lasciando da parte il grande pessimismo che ci circonda e ci condiziona. Dobbiamo cambiare atteggiamento verso la crisi anche perché la gente in Italia non ha mai letto come in questo periodo storico. Ma i gusti dei lettori sono anche cambiati: adesso cercano una informazione certificata, di qualità. Anche sul web”.
Che sembra essere la strada per l’informazione del futuro, no?
“I giornali cartacei non moriranno mai. Il processo che viviamo in questa fase di transizione è quello della integrazione fra carta stampata e web, non più della sovrapposizione fra le due cose che possono invece convivere e sostenersi a vicenda. Se c’è un difetto che dobbiamo imputare alla nostra categoria, che ha enormi responsabilità, è il fatto che ci siamo progressivamente distratti rispetto alle vicende che stanno più a cuore ai cittadini. In questo vedo ancora un futuro per i giornali locali. Quanto al web, così come per la carta stampata la gente chiede informazione di qualità, certificata. Ci sarà un motivo per cui i siti dei due maggiori quotidiani italiani raccolgono molti più lettori di tutti i siti messi assieme dei tabloid britannici. Innovazione, qualità, ricerca di un nuovo linguaggio, maggiore selezione delle notizie e meno spazzatura: sono queste le linee che devono guidarci per il futuro”. (12.06.09)








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