AUTOVELOX DA RECORD, 270 KM ALL'ORA: MEGA RICORSO A S. MARIA C.V.
Data: Martedì, 24 marzo @ 16:31:41 CET
Argomento: Cronaca




MILANO - Si è improvvisato pilota di Formula 1 ma il problema è che sfrecciava alla velocità stratosferica di 270 chilometri orari non sulla pista di Monza ma sull'autostrada, tra Roma e Caserta. Così è stato beccato per ben quattro volte, in meno di un'ora, in pieno giorno da altrettanti autovelox. Il protagonista dell'impresa è L.M., 40 anni, autista milanese di una società del Nord che a bordo di una Mercedes classe E il 23 novembre dello scorso anno è stato visto eludere notevolmente i limiti di velocità. Al pilota provetto sono arrivate lo scorso 16 febbraio le notifiche: dovrebbero essere quattro i giudici di pace competenti per queste infrazioni ma i legali che rappresentano la società, spiegano gli avvocati Giacinto e Raffaele Canzona, faranno un ricorso unico al giudice a cui spetta l'ultima infrazione, quello di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano. Sosterranno la tesi della continuazione, che consente cioé al trasgressore del Codice della Strada che commette più infrazioni in uno stretto arco temporale di pagarne una sola, e soprattutto richiamandosi alla recente sentenza della Suprema Corte che ha stabilito che gli autovelox devono essere adeguatamente presegnalati e visibili. Il primo verbale è delle 10.12 e l'auto si trovava sulla Milano/Roma, in prossimità dello svincolo di Zagarolo. 16 minuti dopo la stessa vettura infrangeva i limiti di velocità sulla Roma/Napoli all'altezza di Frosinone. Poi, alle 10.39 nuovo rilevamento autovelox a Pontecorvo, al confine con la Campania. Infine, alle 11.03 un'altra fotografia nei pressi di Caserta. Risultato quattro verbali da 380 euro ciascuno e 20 punti in meno per ogni infrazione. Quattro sarebbero in teoria i giudici di pace competenti, quelli di Palestrina, Frosinone, Pontecorvo e Santa Maria Capua Vetere ma è a quest'ultimo che faranno ricorso gli avvocati. "Naturalmente - dicono gli avvocati Giacinto e Raffaele Canzona - non condividiamo affatto una tale tipologia di condotta di guida ma agiamo nell'interesse della società proprietaria della vettura per evitare che le conseguenze del comportamento del suo dipendente provochino una condanna al pagamento di una multa anche nei confronti dell'impresa". (24 marzo 2009)





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