MAI FIDARSI DEI PENTITI: A CASERTA IL CASO DI AUGUSTO LA TORRE
Data: Martedì, 16 marzo @ 16:52:52 CET
Argomento: Cronaca




Augusto La Torre, ritenuto il capo dell'omonimo clan operante a Mondragone (Caserta) e nei centri vicini, attraverso i suoi familiari ha continuato ad imporre dal carcere tangenti ad operatori economici ed imprenditori anche dopo avere, nel febbraio dello scorso anno, cominciato a collaborare con gli investigatori. Lo hanno accertato i carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Caserta, a conclusione di indagini nel corso delle quali è stato anche verificato che, in almeno due occasioni, le tangenti erano state chieste da affiliati dell'organizzazione, presentando un biglietto scritto dallo stesso boss in carcere. La magistratura, in seguito al rapporto dei carabinieri, ha revocato fin dal dicembre scorso ogni forma di beneficio concesso a La Torre per il suo stato di collaboratore di giustizia, anche se il pregiudicato ha continuato a cooperare, fornendo agli investigatori informazioni giudicate utili per il prosieguo delle indagini sull'attività dell'organizzazione camorristica. Nei confronti del boss, del cugino, Pietro Scuttini La Torre e di una terza persona, che è riuscita a sfuggire alla cattura, il gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda napoletana, ha emesso ordinanze di custodia cautelare per i reati di estorsione continuata e pluriaggravata dal metodo mafioso. Ai due La Torre i provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere, dove sono detenuti per altre cause. Augusto La Torre, ha deciso da detenuto di laurearsi, è iscritto da due anni alla Facoltà di Psicologia della Seconda Università di Napoli, che ha sede a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ed ha già sostenuto con successo alcuni esami. Agli investigatori ha confessato di essere stato a lungo ai vertici dell'organizzazione criminale e di essere responsabile di almeno una trentina di omicidi. Dalle sue rivelazioni, gli investigatori sono riusciti anche a far piena luce su alcuni episodi di lupara bianca. Il boss ha descritto circostanze e luoghi di esecuzioni camorristiche consentendo agli investigatori di recuperare i resti di persone uccise, tra cui quelli dell'assessore al Comune di Mondragone, Antonio Nugnes.





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