ESTORSIONI E CAMORRA: TRAMUTATI IN ORDINANZE CAUTELARI FERMI GRUPPO SETOLA
Data: Venerdì, 20 febbraio @ 14:44:33 CET
Argomento: Cronaca




CASERTA - Restano in carcere i quattro esattori del gruppo di fuoco del clan Setola, arrestati il primo febbraio dalla squadra mobile di Caserta. Il Gip del Tribunale di Napoli, Aldo Policastro, ha emesso un'ordinanza di conferma dell'ordine di carcerazione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta di Esterino Antonucci, 28enne pregiudicato napoletano (alias Biscotto); Alessandro Gravante, 58enne pregiudicato e sorvegliato speciale di Grazzanise soprannominato "Zi Lisandro u' giudice"; Aldo russo, 47 enne sorvegliato speciale di Castel Volturno, alias "u' marocchino"; e di Massimo Vitolo 50enne, sorvegliato speciale, di Castel Volturno. Per tutti l'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso, per la loro appartenenza all'organizzazione dei "Casalesi-fazione Bidognetti, e di estorsione continuata e aggravata dal ricorso al metodo mafioso. Secondo le indagini della mobile gli appartenenti al clan Setola negli ultimi mesi avevano assunto, sotto la sua egida, la conduzione delle attività estorsive sul litorale domitio, vessando sistematicamente commercianti ed imprenditori, anche attraverso la pretesa e la riscossione di modeste somme di denaro. Sia per raccogliere denaro ma, soprattutto, per ribadire e affermare il predominio del gruppo bidognettiano in un'area storicamente soggetta al suo controllo. Gli investigatori, anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno ricostruito numerosi espisodi estorsivi, praticati in forma capillare e continua attraverso una metodica vessazione dei negozianti. Antonucci Esterino, sino a pochi mesi fa ritenuto pregiudicato di piccolo spessore criminale, è emerso come principale referente del boss Setola, per la riscossione e la distribuzione delle estorsioni. Una sorta di "cerniera" tra gli storici affiliati e le nuove leve. In particolare, Antonucci aveva assunto un ruolo preminente in tali attività', organizzando e pianificando l'attività degli altri complici fermati, cui era assegnato prevalentemente il ruolo di "contattare" le vittime e "riscuotere" materialmente il pizzo. Tutti partecipavano ai processi decisionali del gruppo. Tra le vittime sono stati individuati titolari di caseifici, negozi di elettronica, ma anche piccoli artigiani e ambulanti, e i raccoglitori delle pigne della pineta di Castel Volturno, cui, a seconda della raccolta, era imposto il pagamento di una cifra fissa per quintale. Le estorsioni non risparmiavano neppure persone vicine o imparentate con altri gruppi criminali, cui, comunque, veniva reso il favore di effettuare un "regalo". La tangente, addirittura, veniva imposta anche ai figli di uno dei fermati, Alessandro Gravante, raccoglitore di pigne. Il denaro estorto, come risulta esplicitamente dalle conversazioni intercettate, veniva in gran parte consegnato, sino al suo arresto a Trentola Ducenta nel gennaio scorso, direttamente a Giuseppe Setola, e in parte diviso tra gli affiliati. Tre dei fermati, Gravante, Russo e Vitolo, erano sorvegliati speciali con obbligo di soggiorno nei comuni di residenza e sono noti per la loro storica affiliazione al "clan Bidognetti", per il quale svolgevano il ruolo fiduciario di esattori. I tre erano furono condannati nel gennaio 2002, insieme a Francesco e Alessandro Cirillo, a sei anni di reclusione per la tentata estorsione ai danni di Domenico Noviello, titolare di un'autoscuola assassinato dal gruppo Setola il 16 maggio 2008 a Baia Verde. I fermi sono stati prima confermati dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, competente per territorio, e ora dal Gip del Tribunale di Napoli competente per materia, trattandosi di reati di competenza della Dia. Le ordinanze sono state notificate in carcere. (20 gennaio 2009)





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