FURTO COMPUTER IN PROCURA S.MARIA C.V.: TUTTI I CASI PRECEDENTI
Data: Domenica, 29 febbraio @ 19:16:16 CET
Argomento: Cittadini e Giustizia


Servizio da: Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

All’indomani della sparizione di un computer portatile dalla stanza (chiusa a chiave) del sostituto procuratore Donato Ceglie, impegnato in diverse inchieste sul crimine ambientale, anche l’avvocatura si interroga sui sistemi di protezione a Palazzo di Giustizia e, più segnatamente, degli uffici della Procura solitamente controllati dalla forze dell’ordine (fino ad una certa ora). Un caso non isolato – ricorda qualche toga dai corridoi del tribunale – ma soltanto l’ultimo di una serie di raid che hanno riguardato soprattutto sedi giudiziarie distaccate (Capua e Marcianise), gli uffici del Giudice di Pace samaritani (più volte violati e saccheggiati) e soprattutto la sede del tribunale civile di via Santagata numerose volte bersagliata da ignoti con danneggiamenti di suppellettili e sparizioni di fascicoli (soprattutto quelli della sezione fallimentare). Ma anche per i furti in Procura c’è un precedente: nel maggio di sei anni fa sparirono dall’ex procura circondariale di via Mario Fiore addirittura importanti server elettronici («cuore» dei personal computer) contenenti informazioni sui procedimenti penali al vaglio degli uffici. Nessuno ha più saputo nulla. Due anni dopo, i ladri presero di mira anche il bar all’interno del Tribunale sottraendo dalla cassa poco più di un milione di vecchie lire: i malviventi penetrarono nel locale entrando dalla finestra del bagno che affaccia sul parcheggio adiacente al Palazzo di Giustizia. Per non parlare di alcuni episodi «misteriosi» come la sparizione per alcune ore della chiave dell’aula dove si svolge il processo «Spartacus 2» (accaduto nel 2000) o il ritrovamento (nel 1999) di un proiettile calibro 38 inesploso rinvenuto nel vano della cassetta antincendio nei pressi dell’aula di Corte di Assise. Intanto, da un anno, sia la sede di piazza della Resistenza che gli uffici giudiziari di via Santagata sono stati dotati (dopo una gara bandita dal comune di Santa Maria Capua Vetere) di un servizio di sorveglianza armata a cura di un istituto di vigilanza ma solo fino alle 17,30. «L’episodio è grave – commenta Giuseppe Garofalo, presidente delle Camere penali della Campania – ma non dobbiamo meravigliarci più di tanto. I ladri non hanno rispetto nemmeno per le chiese, figuriamoci per un Palazzo di Giustizia. Qualunque siano le misure di sicurezza – conclude il penalista – chi vuole commettere un reato non conosce ostacoli». Anche l’avvocato Romolo Vignola, vice-presidente della locale Camera Penale, si dice allarmato per quanto accaduto. «Dai giornali apprendo che si sarebbe trattato di un vero e proprio furto ed il fatto è alquanto grave – spiega Vignola – in quanto trattandosi degli uffici della Procura della Repubblica questi andrebbero forse maggiormente tutelati. Per quanto riguarda il tribunale, l’ingresso naturalemente va garantito a chi ha interesse ad accedervi con le opportune modalità di controllo».





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