CONSORZIO MOZZARELLA DOP: ALLARME PER LATTE SANO STOCCATO PER CONTROLLI
Data: Martedì, 19 agosto @ 17:29:00 CEST
Argomento: Alimentare




CASERTA - Il latte campano accumulato nei mesi scorsi, per via dell'incubo diossina, giace congelato in celle frigorifere a pagamento. Trenta milioni di litri, denuncia il Consorzio di tutela della mozzarella campana dop: "Si tratta di fiumi di latte rimasti fuori mercato". Un costo aggiunto per gli imprenditori del comparto, qualcuno avrebbe proposto anche di farne latte in polvere, da "inviare come aiuto nei Paesi del Terzo mondo". Dopo essere stato congelato, spiegano i produttori, ha perso il valore del marchio dop, e non è chiaro a questo punto come potrà essere utilizzato. L'Asl Caserta 2, spiegano, in qualche caso avrebbe ordinato di distruggere il latte stoccato: "Una misura incomprensibile, dal momento che si trattava di un prodotto sano...", aggiungono al consorzio, e che quindi non sarebbe stata rispettata. Ma che si farà, a questo punto, del latte stoccato, e dove si trova adesso? "Il latte è stato depositato in alcuni grossi magazzini privati, fra il Casertano e il Salernitano - spiega il vicepresidente del consorzio Domenico Raimondo -. Imprese come Catone Magazzini, Frigo Caserta, Eurolatte, la cooperativa Piana del Sele, tutte indicate, nel momento della crisi, proprio dalla Regione, che ci ha imposto ad aprile di far fare i controlli alle Asl e di fermarci. Ora l'assessorato dovrebbe risarcire il deposito che ricade su trasformatori e allevatori". I costi? "Quarantacinque centesimi al litro, per sei mesi". In realtà, chiarisce l'esponente del consorzio, lo stoccaggio degli esuberi è una "prassi": "Ogni anno, nel periodo invernale, il comparto subisce una flessione nelle vendite, e le aziende devono congelare il 20% del loro prodotto: il surplus viene però poi facilmente smaltito successivamente, quando la domanda cresce, fra la primavera e l'estate". Non sarà così dopo l'inverno 2008. "A causa dell' emergenza diossina - continua Raimondo - gli esuberi hanno superato il 40% della produzione di moltissime aziende. Quantità più difficili da smaltire". E il timore, adesso, è che l'immissione sul mercato possa determinare il crollo dei prezzi. Quattro mesi dopo l'emergenza, dunque, non è chiara la destinazione del latte stoccato. Il Consorzio ne immagina la trasformazione in "mozzarelle miste a basso costo, o latte in polvere da esportare come aiuti per il Terzo mondo". "Ipotesi, quest'ultima, che in una riunione di maggio, a Roma, è stata scartata". Perché? "L'operazione - conclude Raimondo - avrebbe coinvolto anche il ministero degli Esteri, e pare che non vi fossero le risorse per pagare il nostro latte". (18 agosto 2008)





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