CASERTA, FUNERALI GEOMETRA. PARMALAT IN OMELIA PARROCO: "AZIENDA COVO DI LADRI"
Data: Sabato, 21 febbraio @ 08:05:07 CET
Argomento: Cronaca




Dopo il vescovo di Parma, che nell’omelia dello scorso gennaio ha accennato allo scandalo Parmalat invitando al perdono i parrocchiani (quasi tutti lavoratori dell’azienda di Collecchio), la vicenda giudiziaria dei «bond a perdere» viene sollevata anche in una chiesa casertana ma da una diversa angolazione. Ieri, parlando alla folla presente ai funerali di Mimmo Sbarra (il geometra comunale di 38 anni ucciso l’altro pomeriggio con una scarica di fucile da un anziano agricoltore che contestava l’indennizzo concessogli per un esproprio), don Andrea Monaco, parroco della chiesa di Sant’Elpidio, ha indicato come esempio negativo la vicenda della famiglia Tanzi. «Abbiamo assistito e stiamo assistendo a quanto accaduto per il caso Parmalat, un azienda covo di ladri», ha detto durante la cerimonia funebre don Andrea Monaco. «Si è spinti sempre di più dalla voglia di far soldi e purtroppo – ha continuato il parroco – è stato ancora una volta il denaro, che nel Vangelo viene chiamato lo “sterco del diavolo”, tra le cause di questo triste episodio: l’arrivismo e la continua ricerca della ricchezza possono provocare queste tragedie». Poi il sacerdote si è soffermato sulle qualità del geometra ucciso: «Mimmo era un uomo onesto, pulito, sensibile e disponibile ad aiutare tutti. Ha perso la vita per servire il prossimo». L’omicida, Giovanbattista Raimondo, ha confessato, voleva uccidere l’architetto Antonio Natale, rimasto ferito nel corso dell’agguato e da ieri fuori pericolo dopo un intervento eseguito dai medici dell’ospedale di Marcianise. «Dovete essere orgogliosi di un congiunto di tale portata – ha detto ancora don Andrea durante l’omelia, rivolgendosi ai familiari del geometra – perché non ce ne è mai abbastanza per dire bene di Mimmo, un fratello per tutta la comunità morto per mano di uno sconsiderato. Nel corso dell’omelia di saluto, il parroco ha poi parlato del ruolo della politica, delle istituzioni che devono «lavorare per il bene comune e non per i propri profitti. Nessun politico, a quanto ne so – ha affermato don Andrea - è morto povero o ha mai lasciato poveri i suoi familiari». Ai funerali di Mimmo Sbarra ha partecipato una folla immensa. Circa duemila persone: tantissimi, tra colleghi, amici e parenti, anche quelli rimasti in piedi nella chiesa (400 posti a sedere) e quelli raccolti sul sagrato della piazza. Visibilmente distrutti la moglie (insegnante a Portico), i genitori e la sorella del geometra straziati dal dolore per quella morte assurda. Dolore e rabbia si sono mescolati anche in chi ha voluto accompagnare Mimmo nel suo ultimo viaggio: tra questi il Commissario prefettizio Paolino Maddaloni, il questore di Caserta Vincenzo Roca, il sindaco di Curti Emilio Iodice e il capitano dei carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere. Due lunghi applausi hanno salutato l’uscita della bara dalla chiesa Madre: tutta la comunità ha salutato per l’ultima volta il giovane stringendosi attorno alla famiglia Sbarra lacerata per quella perdita. I funerali sono stati celebrati nel giorno del lutto cittadino proclamato dal commissario Maddaloni. Sempre ieri, è stato interrogato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Giovanbattista Raimondo, l’anziano che si è reso protagonista dell’uccisione del geometra e del ferimento dell’architetto. Assistito dal suo legale, l’avvocato Giuseppe Stellato, Raimondo avrebbe giustificato il suo gesto precisando che intendeva soltanto spaventare l’architetto mirando in basso. Intenzione che non sarebbe riuscito a portare a termine per l’improvviso intervento del geometra.





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